Un gigante di oltre sei metri di lunghezza percorre un immenso campo nelle praterie del nord America. Non è fantascienza ma avanguardia tecnologica sul futuro dell’agricoltura. Case IH Autonomous Concept accelera i tempi della guida autonoma e, insieme all’Iveco Z Truck, fotografa un futuro prossimo di innovazione firmato CNH Industrial.

Due prototipi che permettono di toccare con mano soluzioni originali e dall’elevato potenziale tecnico e stilistico. Sono stati sviluppati dai centri stile dei rispettivi marchi in costante collaborazione con il dipartimento di Innovation di CNH Industrial.

«Sia il camion che il trattore sono mezzi con esigenze particolari, funzionali al cento per cento, motivo per cui il design deve sempre lavorare fianco a fianco con l’ingegneria», spiega David Wilkie, Industrial Design Director di CNH Industrial. «Oggi però è in atto un cambiamento radicale nell’approccio, come avvenne per l’auto negli Anni 60. Stiamo assistendo ad una crescente consapevolezza rispetto al valore concreto del design in relazione alla funzionalità».

«Il trattore autonomo si basa sulla piattaforma di produzione del Case IH Magnum ed è nato per dimostrare l’avanguardia di Case IH e di New Holland Agriculture in materia di guida autonoma. Il programma di test sul campo ha dato conferma alle nostre aspettative», sottolinea entusiasta Wilkie

CNH Industrial ha sviluppato due differenti proposte: da un lato il T8NH Drive di New Holland – un trattore dall’architettura tradizionale che impiega la tecnologia autonoma – e, dall’altro, il modello autonomo di Case IH, un prototipo senza cabina che dimostra le potenzialità di questa modalità di guida in tutte le situazioni in cui sarebbe un vantaggio non avere personale a bordo. Ad esempio, nelle immense praterie nel Nord America, dove il lavoro lungo e ripetitivo potrebbe essere affrontato con successo dalla macchina ottenendo un tangibile profitto in materia di tempi e costi.

Nel settore agricolo l’immagine del brand è un valore fondamentale e il team di design ha scelto, quindi, di mantenere il family feeling con il Case IH Optum 300 CVX, vincitore del Tractor of the Year 2017. Un veicolo innovativo, dal carattere forte, in cui le linee decise del frontale s’ispirano alla maschera del personaggio di Iron Man, familiare agli amanti del cinema.

«Prima del lancio dell’Optum 300 CVX, lo stile di Case IH era molto tradizionale, quasi a voler rispecchiare la cultura conservatrice del Midwest americano», scherza David Wilkie. «Questo nuovo look è stato però talmente apprezzato da portare altri brand ad avanzare richieste di rinnovamento di immagine, una spinta data anche dalla forte concorrenza che caratterizza il settore».

Di fronte alla sfida formale nel plasmare la scocca che avrebbe rivestito una meccanica così high tech, e coscienti del fatto che il fulcro del prototipo non sarebbe stato il design, ma la tecnologia, il team di design del centro stile di Burr Ridge (Chicago) – coordinato da Eric Jacobsthal (Industrial Design Manager) insieme al designer Frank Asztalos e, nelle fasi iniziali, dal Chief Designer Dwayne Jackson, oggi in FCA North America – ha scelto di dare al Magnum autonomo un carattere riconoscibile che riprendesse il nuovo linguaggio formale introdotto con l’Optum 300 CVX. Ne sono derivate forme sinuose e dinamiche per la carrozzeria che si integra con la parte inferiore meccanica e tecnologica.

Anche la scelta della verniciatura è stata dettata da esigenze tecniche, poiché non era possibile utilizzare vernici metalliche sulle superfici destinate alle antenne per la ricezione dei dati gps e delle impostazioni da remoto.

«Dopo un primo esperimento di colorazione opaca, ritenuto poco soddisfacente nella resa cromatica, abbiamo deciso di rivestire queste aree con delle grafiche nere a contrasto con la base rosso intenso che si ricollega ai colori aziendali del marchio», racconta ancora David Wilkie.

La griglia frontale è stata invece realizzata in metallo con un design imponente ed aggressivo («come un bulldog arrabbiato», suggerisce Wilkie), e con ampie aperture per l’ingresso dell’aria, fondamentali per raffreddare il potente motore FPT Industrial.

L’enorme interesse suscitato dal trattore autonomo di Case IH è un segnale forte verso la diffusione della guida autonoma, che sembra quindi realisticamente più vicina nel settore agricolo rispetto a quello automobilistico dove lo scoglio maggiore è rappresentato dalla legislazione e dalla gestione delle infrastrutture.

E’ d’accordo anche Eric Jacobsthal: «I sistemi autonomi risolverebbero molte delle problematiche legate alla lavorazione dei campi particolarmente estesi, migliorando la produttività. Noi lavoriamo da anni, in collaborazione con il nostro fornitore Asi (Autonomous Solutions Incorporated), per sviluppare queste tecnologie e le loro possibili applicazioni. Questo trattore è la dimostrazione delle potenzialità di tali soluzioni e degli enormi vantaggi che deriveranno dal loro utilizzo».

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