1806199701_Renault_Pangea Partire dal nome per cogliere l’essenza di un progetto importante: Pangea. Ovvero l’insieme delle terre emerse dalle acque che, secondo la teoria della deriva dei continenti, sarebbe esistito fino all’era paleozoica: dopo si sarebbe diviso, originando gli attuali continenti.

 

1806199702_Renault_Pangea Ma Pangea è anche il nome che ha scelto Renault Design per il suo ultimo prototipo marciante, presentato recentemente al Salone dell’Auto di Ginevra, che prefigura la futura Renault 4. Il nesso ideale fra il continente unico, matrice di tutte le terre strappate al mare, e la concept car firmata da Renault Design è evidente. Perché la Renault Pangea è un laboratorio mobile multimediale, equipaggiato con le tecnologie più sofisticate, che consente di effettuare ricerche ambientali comunicando con l’intero pianeta: virtualmente, il continente unico si ricompone così in pochi metri quadrati.

Infatti, il “cuore” della Renault Pangea è il vano posteriore: un laboratorio di ricerca allestito in collaborazione con Philips Design, e costituito da due postazioni di lavoro una di fronte all’altra. Un sedile, che si muove su una rotaia fissata al pianale, consente di lavorare all’una o all’altra postazione, oppure di raggiungere la posizione del passeggero anteriore. Il passeggero-ricercatore ha la possibilità di prendere appunti grazie ad un piccolo microfono che gli consente di scrivere semplicemente dettando al computer di bordo.

I quattro spot direzionali agli angoli dell’abitacolo, i tubi fluorescenti, i mini spot incassati nel pianale e i piccoli utensili allineati con cura nelle rastrelliere concorrono a creare l’atmosfera asettica di un laboratorio di analisi, sottolineata anche dai grandi spazi vuoti e dai colori tenui dell’arredo, grigio e beige in elegante contrasto fra loro. All’insegna del massimo rispetto ambientale numerosi particolari, quali i tappeti e la plancia, sono in materiale riciclato. In mezzo al padiglione è collocata una cupola in plexiglass, munita di una microcamera.

Le immagini possono essere visualizzate sullo schermo della plancia di bordo, oppure sul grande schermo centrale, ed anche essere trasmesse via satellite in tutto il mondo grazie all’antenna integrata nel rimorchio. A proposito del rimorchio, la sua funzione è quella di ospitare la turbina a gas GPL che alimenta il motore elettrico, collocato nel cofano anteriore. La meccanica prevede la trazione integrale permanente. Tutto è iniziato da un incontro tra Patrick Le Quément, direttore del design Renault e Stefano Marzano, senior director di Philips Design.

“Confrontando le nostre idee sulla filosofia del design, abbiamo individuato la possibilità di un’interazione reciproca, per collaborare ad un’area di ricerca precisa”, racconta Stefano Marzano. “Ci siamo chiesti quale potesse essere il contributo di due aziende che operano in settori diversi per generare prodotti propositivi, in grado di dare un’idea di “sviluppo sostenibile”. Uno sviluppo che fosse positivo a livello ecologico e umano, ottenuto dalla combinazione di due competenze: Renault per la mobilità, Philips per l’information technology, ovvero multimedialità, intrattenimento e comunicazione”.

Da ciò ha preso vita il concetto di veicolo che si propone come laboratorio ecologico mobile, ideale per un controllo capillare del territorio, in contatto con laboratori stabili tramite mezzi informatici. “Pangea è nata dall’incontro tra due tecnologie che sinora hanno viaggiato su binari paralleli, senza sovrapporsi. Da questa sinergia possono nascere nuovi stili di vita, con un forte impatto nella merceologia del prodotto automobilistico”. Per definire l’allestimento della Pangea, i designer Philips e Renault si sono incontrati in una serie di workshop in Francia e in Olanda.

Partendo da un’analisi socio-culturale e da ricerche comportamentali, sono stati visualizzati i concetti di base.

Il team Philips-Renault ha quindi continuato a collaborare in modo integrato sino alla costruzione del prototipo (la cui carrozzeria è stata realizzata a Torino, da G Studio). “Per noi è fondamentale osservare comportamenti e stili di vita, che assumono forme sempre più stratificate”, prosegue Marzano. “L’utilizzo dei mezzi di informazione, comunicazione e intrattenimento si sposta da uno spazio fisso ad uno spazio mobile.

Quindi è importante interagire con l’industria che si occupa di mezzi mobili. L’evoluzione dei nuovi sistemi sull’automobile coinvolgerà tutto ciò che è relativo alla sicurezza, intesa in un senso globale, con contatti in forma di network. La sfida consiste nel saper applicare i contenuti degli ambienti lavorativi e domestici ad un ambiente ristretto come quello dell’automobile: naturalmente, con i maggiori benefici possibili per gli utenti”.

L’articolo continua su Auto & Design n. 104