Lorenzo Ramaciotti, direttore generale del Design Pininfarina, ripercorre le fasi del progetto che ha portato alla nascita della Ferrari Scaglietti, nuova quattro posti della casa di Maranello. “La Ferrari meno Ferrari di tutte”, come Ramaciotti definisce la vettura, è un bolide da 315 orari, grazie al 12 cilindri di quasi sei litri che eroga 540 cavalli, e dal design molto personalizzato.
“Somiglia abbastanza a un levriero, con la pancia tirata nella corsa”, commenta ancora Ramaciotti. Telaio d’alluminio, carrozzeria d’alluminio, tecnologicamente un passo avanti oltre che necessario, viste le dimensioni. E’ una soluzione, osserva Ramaciotti, che si allargherà a tutta la gamma Ferrari.
Se un progetto è tanto più felice quanto meno traspaiono i vincoli tecnici cui sottostà, allora la 612 Scaglietti è quasi un miracolo di design. La parte posteriore ha creato non pochi grattacapi. C’è il volume delle due poderose marmitte del sei litri, poi la ruota di scorta che, vincolata dalla posizione della trasmissione, crea uno sbalzo di una certa misura. E poi c’è l'”immagine” Ferrari: sacra, inviolabile. I quattro grossi tubi di scarico, che – dice Ramaciotti – “sono iconici e non si toccano”; i quattro fanali; la targa nel paraurti, il cavallino nel mezzo.
Anche gli interni riflettono le caratteristiche della nuova frontiera rappresentata da questa vettura. Basta con le plance da berlina, hanno pensato in Pininfarina: cerchiamo soluzioni più tecniche e concettuali. Emerge così l’alluminio misto a parti morbide realizzate con pelle cucita a mano. Un contrasto fra tecnologia della vettura e artigianato delle sellerie.
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