Visitare il grande motor show IAA di Francoforte è impegnativo: il sito della Frankfurt Messe è troppo vasto, le singole hall sono enormi, le stesse automobili tedesche sono spesso esagerate, sovradimensionate e troppo potenti.
L’intero evento è, secondo gli standard non tedeschi, organizzato in modo eccessivo. Il tema del 2007 era l’ecologia, anche se i produttori locali parlavano con lingua biforcuta, magnificando le ridotte emissioni di C02 di modelli ben lontani dal pensiero fisso della potenza oltre i 500 CV che domina le loro passioni.
Ciò nonostante, Francoforte è importante perché è la sede di numerose presentazioni di rilievo, perché molti costruttori propongono nuovi prodotti e idee stimolanti e, naturalmente, perché l’industria tedesca sembra stabilire tuttora standard di engineering e performance che gli altri faticano a eguagliare.
Eppure, la Fiat recentemente rinata è riuscita a superare l’intera industria tedesca sotto il profilo del gigantismo, e a farlo con un senso dell’umorismo canzonatorio che è piaciuto alla stampa automobilistica accreditata di tutto il mondo. Un modello realistico della 500, circa cinque o sei volte più grande dell’originale, dominava lo stand. Ogni pochi secondi, la ruota posteriore sinistra del modello gigante si ritraeva ed emergeva una vera 500, di colore e allestimento sempre diversi in modo da poter presentare i numerosi extra redditizi per l’azienda.
Quest’anno, tutti i marchi del Gruppo (Alfa-Romeo, Fiat, Ferrari, Lancia e Maserati) erano riuniti insieme, come quelli tedeschi. La Mercedes occupava un intero padiglione per sé, la Maybach, la smart e (per il momento) la Chrysler; la BMW aveva eretto una propria struttura temporanea e la Volkswagen aveva a disposizione uno spazio ampio come un intero parcheggio urbano, che conteneva almeno un centinaio di vetture di sei dei suoi marchi. Fatto interessante, la Bugatti non era rappresentata.
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