Più matura, evoluta, attuale, cresciuta nelle dimensioni e nei contenuti, ma sempre inconfondibilmente Panda. Un’auto dalla connotazione così forte – tanto nella prima generazione del 1980, quanto nella seconda del 2003 – da non poter essere definita semplicemente una vettura di segmento A. «E’ un modello a sé», osserva Roberto Giolito, direttore del design Fiat e responsabile del team che ha condotto il Progetto 139, nome in codice della Panda III.
«Da sempre rappresenta l’auto per tutti, non soltanto come percentili, ma per attitudine. Il brief progettuale si è di fatto generato da solo, poiché nasce dalla missione stessa del modello: un “utensile perfezionato” che va oltre la citycar e soddisfa esigenze di persone molto differenti tra loro, per impieghi diversi».
Fresca, curata nelle forme e nei dettagli, vivace nei colori, la nuova Panda è la prima vettura disegnata dal Centro Stile Fiat dopo la 500 e ha beneficiato di tutta la carica positiva che quest’ultima ha innescato nei designer – molti dei quali hanno lavorato ad entrambi i progetti.
Non ci sono stati, però, trapianti di stilemi dalla 500. «Non volevamo tradire il concetto Panda, molto forte e caratteristico», spiega Andreas Wuppinger, responsabile dell’esterno (il tema iniziale è di Ernest Salvi Del Pero, ora chief designer Alfa Romeo; l’interno è stato seguito da Virgilio.
L’articolo continua su Auto & Design n. 192