Per Mercedes-Benz il 2016 è l’anno delle dream cars, delle coupé e delle cabrio che tutti sogniamo: Classe C, Classe S, i roadster SL e SLC, per non dimenticare le versioni AMG. «Molti costruttori tagliano in questi segmenti, niente cabrio, meno coupé, si concentrano piuttosto sui SUV », osserva Gorden Wagener: «Ma è diverso se sei un costruttore al vertice del lusso come Mercedes-Benz: devi fare anche le auto da sogno ed è quello che il pubblico si aspetta ».
Mai prima d’ora la Classe C aveva avuto una Cabriolet; ma ora eccola, direttamente derivata dalla Coupé, a sua volta rivoluzionata rispetto alla C Coupé precedente. Spiega Wagener, che è responsabile del design del gruppo Daimler: «E’ cambiata drasticamente in termini di proporzioni. Abbiamo trasformato una berlina a due porte, quale era il modello precedente, in una sportiva dal disegno unico. Avevamo affrontato lo stesso processo con la S Coupé. Sono vetture dettate dal design, perché il design cambia veramente le proporzioni, e oggi alla Mercedes abbiamo le migliori proporzioni del settore, il meglio della trazione posteriore, perché il design influenza le proporzioni e quando tutto è al suo posto si può intervenire più facilmente. Il nostro principio è sempre che se ci piace possiamo togliere una linea, se ci piace ancora togliamo un’altra linea».
E’ il suo credo nella purezza come espressione del lusso moderno, applicato rigorosamente a tutti i modelli che a getto continuo si inseriscono nella gamma sempre più ricca della casa di Sindelfingen, e che nel caso della Cabriolet è reinterpretato in chiave giovanile. «Le nostre auto – dice – sono limpide e pure, tutte molto sexy. Hanno calore e freddezza. Il calore è come innamorarsi di qualcuno, la freddezza viene dalla forma pulita della carrozzeria. In questo senso siamo unici nel mondo dell’automobile. Troviamo le buone proporzioni e poi ripuliamo. Dal punto di vista del design questo è un procedimento molto sofisticato».
Sulla C Cabrio – e ancor più sulla versione AMG C43, che si distingue non solo per il powertrain ma anche per precisi elementi di design – si trattava di trovare quelle proporzioni, che in una cabrio sono sovente compromesse dall’altezza del posteriore, dettata dai meccanismi della capote, e dal montante A che – se preso dal coupé – è troppo inclinato e si spinge troppo all’indietro. «Abbiamo risolto entrambi i problemi – afferma Wagener – e per questo la nostra C Cabriolet ha proporzioni stupefacenti. Le resta persino una spalla, anche se non accentuata come nel Coupé».
La genesi è stata molto lineare: un concept interno (per la coupé) fatto in California e, da quello, lo sviluppo in Germania dopo la solita competizione interna. Il design degli esterni porta la firma di Robert Lesnik e del suo team, mentre gli interni – sostanzialmente comuni a berlina, wagon, coupé e ora anche cabrio – hanno avuto origine nello studio di Como (Michele Paganetti) e sono poi stati sviluppati dal team di Hartmut Sinkwitz e Hans-Peter Wunderlich.
«In genere facciamo un solo interno per ogni piattaforma – spiega Wagener – e così è stato anche per la C-Class, con qualche sostanziale modifica soltanto nel SUV GLC. Piuttosto che fare molti interni, preferisco dare più contenuto e più valore a un solo interno. Con la C-Class siamo l’indice di riferimento di questo segmento. Combiniamo calore e freddezza, opulenza e sensualità, ma anche molti contenuti e intelligenza. Abbiamo creato un livello di lusso moderno che non si era mai visto prima».
L’articolo continua su Auto&Design n. 218