Ci sono casi in cui vale la pena di tornare sui propri passi e ripensare un progetto da capo. È quanto è successo ai designer Ford autori della Mach-E, Suv elettrico dalle proporzioni dinamiche e accattivanti che ha però rischiato di risultare – sono parole dei designer – nella forma un pratico aspirapolvere. Nell’estate del 2017 il team di Dearborn aveva presentato un modello che rispondeva al brief ricevuto inizialmente per la prima auto a sola propulsione elettrica nella storia dell’Ovale Blu. «I vertici aziendali non erano convinti, non lo ritenevano abbastanza rappresentativo per Ford e ci hanno chiesto di tirare fuori i punti di forza del brand, ripensando completamente il progetto», racconta Joel Piaskowski, capo del design per Cars & Crossovers per il Nord America.

Si esplorano nuovi orizzonti e il riferimento diventa ben presto la vettura Ford che meglio di tutte esprime passione e forza: la Mustang. «Abbiamo aumentato il passo, accresciuto la distanza tra la plancia e l’assale anteriore e allungato il cofano. È in particolare il profilo visivo del veicolo ad essere vincente, il modo in cui abbiamo usato il pannello nero lungo il tetto discendente per creare una silhouette molto più fastback. Più Mustang», prosegue Piaskowski.

Il coinvolgimento del team è totale. Jason Castriota, oggi Global Brand Director BEV e parte del Team Edison, dedicato ai veicoli elettrificati di Ford, spiega come sia cambiato completamente l’approccio al design nel momento in cui il progetto è ripartito: «Sono stato scelto come nuovo chief designer e insieme a Chris Walter (exterior designer, N.d.R.), con i team di engineering, marketing e comunicazione, abbiamo creato una “energy room” per identificare il tipo di veicolo che volevamo davvero realizzare». «Abbiamo avuto l’opportunità di disegnare una vettura più emozionale, mettendo a frutto un heritage e una passione per l’automobile forti di 55 anni di storia», aggiunge Gordon Platto, Designer Director North America.

Il disegno a tre barre dei gruppi ottici anteriori e di coda è un’altra chiara citazione Mustang, legame che all’interno si coglie nel volante a tre razze e nella plancia con la linea superiore a doppia palpebra. A bordo, ogni dettaglio è conseguenza diretta dell’approccio “human centric”, spiega Rachel Robinson, che ha definito gli interni insieme al collega Josh Greiner: «Abbiamo condotto ricerche globali nelle tre maggiori regioni, America, Europa e Cina, con un simulatore per vedere come i potenziali clienti si comportassero e interagissero con l’ambiente. Molte persone, ad esempio, non amano posare la borsa sul pavimento ed è nato così il vano apposito nella console centrale, sotto l’appoggiabraccio».

«Pensavamo di avere un tesoro con l’ampio spazio a terra dato dal pavimento piatto, che invece che non veniva percepito così positivamente dagli utenti», aggiunge Gordon Platto. Lo stesso stava per accadere con lo schermo dell’HMI, previsto inizialmente nel formato da 12”. È uno dei tanti elementi definiti con gli input del Team Edison.

«Dagli studi condotti in Cina ci siamo resi conto che non saremmo stati competitivi», osserva Castriota. È nato così il grande display da 15,5” su cui si visualizzano più funzioni senza dover “sfogliare” le videate. «E’ diventato il punto focale e ci ha permesso di tenere la plancia semplice, senza troppi pulsanti», osserva Robinson.

(Articolo completo in A&D n. 240)