Il nome di Gordon Murray è nell’Olimpo della Formula 1. Una manciata di titoli mondiali, prima con la Brabham e poi con la McLaren, ha punteggiato la carriera europea di questo ingegnere sudafricano, trapiantato in Inghilterra dal 1969.

Gordon Murray T.50

Erede naturale

Uscito dal mondo delle corse, dal 1991 al 2004 è stato il padre delle supercar della neonata McLaren Cars ed è sua la firma di quel gioiello che i collezionisti si contendono oggi a suon di milioni: la McLaren F1. La T.50 è l’ultima creatura della Gordon Murray Automotive, da lui fondata nel 2007. «È l’erede logica della McLaren F1», ammette.

Gordon Murray T.50

Forma dettata dallo studio aerodinamico

Sia ben chiaro: «La T.50 non doveva essere e non è una copia della F1», spiega Murray: «Non mi sono mai detto: voglio fare un’altra F1. Semmai, di quella, ho preso gli ingredienti di massima: leggerezza, motore aspirato, cambio manuale, uno stile senza tempo». C’è un filo che unisce F1 e T.50. È inevitabile. Bassa e filante, la forma è dettata da un attento studio aerodinamico, gli interni sono ugualmente caratterizzati dai tre posti con guida centrale. Le porte e i cofani motore sono ad ala di gabbiano e in coda, come sulla F1, non c’è spoiler.

Gordon Murray T.50

Linee pulite e moderne

Design puro, per Gordon Murray, è quello – per esempio – che si faceva negli Anni 60 («Non invecchia mai»), e non a caso la sua collezione di 47 auto d’epoca è di quegli anni (varie Abarth e Zagato, Lotus e Osca, anche una Ferrari). «La mia filosofia di design – afferma – è semplice: linee pulite, equilibrate e classiche, ma allo stesso tempo moderne perché non voglio fare rétro».

Gordon Murray T.50

Lavoro certosino

L’occasione si è presentata alla fine del 2017, durante una mostra per i suoi 50 anni di attività nel mondo dell’auto. Alla fine del 2018 i primi contatti con i potenziali fornitori e, all’inizio del 2019, lo studio del design vero e proprio: lui e due giovani designer (uno per gli interni, l’altro per gli esterni. Un lavoro certosino: un mese, per esempio, soltanto per progettare gli interruttori sulla plancia (nessuno schermo, nessun satellite sotto il volante).

Gordon Murray T.50

Il design anche nel motore

E poi il motore, un V12 aspirato di 4 litri da 654 cavalli prodotto da Cosworth (lo stesso, ma modificato, che sarà montato su una serie di 25 esemplari (il numero delle sue vittorie in Formula Uno) che Murray ha dedicato a Niki Lauda, prodotti nel 2023 e destinati – questi sì – alle corse): «Ho chiarito fin  dall’inizio che volevo un motore bello, come i V12 che Gioacchino Colombo disegnava per Ferrari. Niente coperchi di plastica, niente cinghie e pulegge in vista, sì ai coperchi delle valvole di magnesio e non di carbonio, o ai tromboncini delle prese d’aria». Anche il motore, in una supercar estrema ma raffinata come la T.50, è design.

(Articolo completo in A&D n. 247)