Il fatto che i Suv stiano diventando la “specie dominante” sul mercato automobilistico non è testimoniato soltanto  dalle quote di mercato e dall’aumentare dell’offerta, ma anche dal modo in cui essa si articola. Sempre più spesso, assistiamo a un proliferare di modelli apparentemente  dello stesso segmento ma che si distinguono per destinazione d’uso. Con un compito non facile per chi definisce il design, che è quello di conservare l’identità di marca facendo nel contempo emergere il diverso carattere.

Hyundai Bayon è l’ultimo esempio ma anche uno dei più lampanti, perché arriva a completare l’offerta accanto, e leggermente sotto, all’apprezzata Kona ma con una più spiccata vocazione da piccola familiare. Dunque, più semplice nell’approccio, reso però non scontato né noioso. A colpire maggiormente è il modo in cui il volume di coda più generoso e meno filante è stato vivacizzato, ottenendo una linea nel complesso fresca e gradevole.

Merito del disegno dei fanali, dal motivo a freccia che si ripete nelle grafiche interne di luci di posizione, stop e indicatori di direzione, ma anche della fascia catarifrangente che li unisce creando con la luce vivaci effetti sulla carrozzeria. Il frontale non manca di motivi insoliti: le luci diurne a Led, ampie e sottili sono raccordate alla presa d’aria poco sotto il cofano e alloggiano anche qui le luci di svolta dinamiche, mentre i fari principali raccolti più in basso accentuano la verticalità e lo sviluppo in altezza del corpo vettura, ma dando al tempo stesso solidità.

Anche qui si ripropone il profilo a freccia che circonda l’alloggiamento dei fanali e le finte prese d’aria inferiori, ripetuto anche nelle scalfature delle fiancate e nel profilo del lato interno degli specchietti retrovisori la cui forma rientrante ha anche un effetto aerodinamico. All’interno invece trionfa una sottile asimmetria, evidente nel disegno del tunnel centrale e nell’orientamento degli strumenti.