Polestar presenta O2, concept car elettrica di roadster ad alte prestazioni che punta tutto su design e divertimento alla guida. «Polestar O2 è l’auto eroe del nostro marchio», commenta Thomas Ingenlath, Ceo di Polestar. «Una vettura speciale, che mostra un assaggio di ciò che possiamo progettare e ingegnerizzare qui in Polestar. La O2 ha un aspetto incredibile: la sensazione di viaggiare con il tetto abbassato senza sentire il rumore del motore è davvero unica e provoca emozioni nuove».

La O2 richiama i canoni stilistici inaugurati dalla Precept, ma ha un proprio carattere distinto. La carrozzeria bassa e larga ha un aspetto deciso, mentre l’abitacolo in configurazione 2+2 è inserito in un’interasse piuttosto lungo a fronte di sbalzi minimi, vista la compattezza degli elementi tecnici del motore elettrico. «Quest’auto è un punto d’incontro tra tecnologia e arte, tra precisione e scultura, e mostra un atteggiamento deciso ma non aggressivo», continua Maximilian Missoni, capo del design Polestar.

Il team di design ha lavorato a lungo anche sull’aerodinamica del veicolo, un aspetto fondamentale soprattutto quando si parla di auto elettriche e che influisce non solo sulle prestazioni, ma anche sull’autonomia del veicolo. I condotti dell’aria sono stati integrati nel frontale, il design dei cerchi favorisce il migliore scivolamento del flusso verso il posteriore, dove incontra i fanali che funzionano come lame d’aria per ridurre le turbolenze.

Per il capitolo sostenibilità i progettisti hanno realizzato la vettura utilizzando materiali che possono essere riciclati senza perdere le proprie caratteristiche qualitative. Il poliestere riciclato è l’unico materiale usato per tutti i componenti morbidi dell’interno e questo semplifica il suo riciclo quando la vettura arriverà a fine vita. La vettura sfrutta una piattaforma in alluminio realizzata da Polestar a Coventry, nel Regno Unito, e condivisa con la Polestar 5 al debutto nel 2024. I progettisti, infinem non si sono risparmiati con gli elementi per il divertimento: dietro ai sedili posteriori c’è un drone sviluppato dal marchio Hoco Flow del gruppo Aerofugia capace di riprendere la vettura in movimento fino a una velocità di 90 chilometri orari. «Integrare un drone autonomo nell’abitacolo è stato qualcosa che ci ha permesso di spingere i confini sul fronte dell’innovazione», conclude Maximillian Missoni.