Ammirevole per il suo stile “modern luxury” di grade gusto estetico, sorprendente nel design inatteso della vista posteriore, imponente per dimensioni senza peccare di eleganza. Queste le impressioni che avevamo riportato dal primo incontro con la nuova Range Rover vista in anteprima al design centre Jaguar Land Rover di Gaydon qualche mese fa. Era tempo di valutare su strada la quinta generazione dell’ammiraglia della famiglia Land Rover ed è quanto abbiamo avuto modo di fare in California sulle strade di Sonoma e Napa Valley, l’area a nord di San Francisco nota per i suoi vigneti e la bellezza della costa selvaggia. Una località frequentata proprio dalla clientela abbiente della Range Rover, abituata al lusso e all’esclusività come stile di vita.

Perché è proprio di lusso che si tratta, espresso con grande sobrietà in ogni minimo dettaglio di design così come nella ricca dotazione di bordo. Il primo colpo d’occhio convince per le proporzioni armoniose (indispensabili per una vettura lunga oltre 5 metri, larga 2,2 e alta 1,87) del corpo vettura definito da tre linee principali, da sempre caratteristiche del modello: il profilo discendente del tetto, la linea di cintura orizzontale e quella delle soglie ascendente verso il posteriore “boat tail”, quest’ultimo davvero inatteso per il trattamento grafico dei fanali verticali racchiusi nello specchio di coda. Le maniglie che scompaiono nelle fiancate lisce non sono soltanto un vezzo, ma un contributo all’aerodinamica e il Cx contenuto in 0,30 è un risultato ragguardevole anche in virtù di un altro elemento caratteristico della Range Rover, il parabrezza decisamente verticale.

È però a bordo che si apprezza ancora di più il livello di evoluzione e raffinatezza raggiunto dalla nuova generazione. Non appena richiuse le porte servoassistite – basta avvicinarle e si agganciano automaticamente – ci si trova immersi in un ambiente arredato secondo uno stile moderno e con materiali di pregio (bellissime le parti in legno a finitura opaca), ma attenti all’impatto ambientale anche in fatto di quantità di CO2 emessa per la loro produzione (i tessuti innovativi Ultrafabrics ne generano soltanto un quarto rispetto alla lavorazione della pelle tradizionale, che rimane comunque disponibile a richiesta).

Meno risparmioso è senz’altro il motore V8 a benzina da 4.4 litri Twin Turbo della Range Rover P530 (tanti sono i CV di potenza), che regala ovviamente grandi soddisfazioni in accelerazione. I limiti di velocità delle strade americane sono notoriamente severi, meglio non eccedere, ma anche le altre due versioni che abbiamo guidato – i più “ragionevoli” 6 cilindri in linea Ingenium, il P400 a benzina e il diesel D350, entrambi mild hybrid – offrono prestazioni di tutto rispetto. I cavalli non sono comunque troppi visti gli oltre 2500 kg di peso della vettura.

Si viaggia in grande confort grazie alla pronta risposta delle sospensioni pneumatiche elettroniche, apprezzando l’agilità dinamica coadiuvata dalle quattro ruote sterzanti (ancora di più utili sulla versione a passo lungo, con i suoi 5,25 metri e la possibilità di una terza fila di sedili), in un ambiente silenzioso grazie al già citato affinamento aerodinamico nonché all’Active Noise Cancellation di terza generazione, il sistema che cancella il rumore prodotto dal veicolo in marcia, incluso il motore. Sarà interessante una prova comparativa con la Range Rover totalmente elettrica prevista per il 2024 (meno lunga l’attesa per la versione ibrida plug-in, in arrivo entro la fine di quest’anno).

Per completare il test non potevano mancare i percorsi fuoristrada e anche qui il mix di potenza e agilità si intreccia con l’hi-tech. Combinando opportunamente i programmi del Terrain Response, la modalità delle sospensioni e gli altri dispositivi di servo-assistenza (operazione in cui è stata essenziale la supervisione dei tecnici Land Rover) la vettura attraversa passaggi complessi facendo di fatto tutto da sola, mentre sul display di bordo da 13,1” è possibile controllare le ruote e l’area frontale grazie alle immagini in HD del sistema di telecamere a 360 gradi. E in un momento di sosta “country” si scopre il portellone sdoppiato che consente di sedersi sulla ribaltina inferiore, caratteristica del modello sin dal 1970 che oggi si impreziosisce e diventa Tailgate Event Suite, con pannello del piano di carico posizionabile come schienale.

Un tragitto in veste di passeggero a bordo della Range Rover in versione SV rappresenta un’ulteriore esperienza affascinante: dal display posizionato tra le due sedute posteriori si comandano, oltre alle immancabili funzioni di massaggio e climatizzazione dei sedili, anche il dispiegarsi di un tavolino incastonato nel tunnel centrale e l’apertura del pannello scorrevole del frigobar inserito tra gli schienali posteriori. Al suo interno, ovviamente, champagne: prevedibile, ma sempre di grande effetto.