I designer Volkswagen, questa volta, hanno lavorato sull’asse Wolfsburg-Melbourne. La seconda generazione dell’Amarok, lo riuscito pickup della casa tedesca che nella precedente edizione è stato venduto in 830 mila esemplari, è destinato infatti a planare soprattutto fra i canguri sulle vaste distese australiane, dove gli “utes” – abbreviazione per “utility vehicles” – dominano le strade. «Questo è il successore di un’icona», afferma Gu-Han Kim, responsabile del design studio Volkswagen di Melbourne oltre che leader di questo progetto.
Cinque ipotesi di stile
È Dennis Kosik, designer degli esterni a Wolfsburg e autore del tema vincente, a ricordare come si sia arrivati alle scelte finali. «Siamo partiti con cinque ipotesi stilistiche: Amarok Gene, che ricalcava il vecchio Amarok con chiare linee di scuola VW; Urban Pickup, con un design ammorbidito di veicolo commerciale; Masculine and Tough, a struttura più potente e verticale; Heavy Duty, con i gruppi ottici molto alti per un uso impegnativo; infine Rugged, molto fuoristrada, con una serie di scudi protettivi. È prevalsa la formula Masculine and Tough di Dennis Kosik.
Tre livelli di soluzione frontale
Questa si distingue per le linee di carattere, dai gruppi ottici ai montanti C, i passaruote rettangolari con i parafanghi scolpiti, il diffusore più verticale, la calandra con una grande sbarra a «proteggere gli occhi del lupo». Il lupo? Già, pare che Amarok voglia proprio dire lupo nella lingua Inuit del profondo Nord. «Ci sono, di massima, tre livelli di soluzione frontale», spiega Kim: «C’è l’Amarok di base, caratterizzato dal robusto paraurti nero, poi ci sono le due serie Life e Style con un frontale a forma di V e un tema orizzontale dello stesso colore della carrozzeria, che danno enfasi alla larghezza della vettura. Infine, con un frontale a X, ci sono PanAmericana, che ha un carattere più da fuoristrada, e Aventura, più stradale: rappresentano il vertice della gamma».
L’Australia come riferimento
Aggiunge Florian Richter, designer per gli esterni di questo progetto: «E’ stato molto importante essere a Melbourne, con l’Australia destinata a essere uno dei più importanti mercati di Amarok, per comprendere meglio i clienti e i modelli d’uso di questo prodotto. Qui ci sono molte generazioni di “utes”. Si può quindi vedere un trend che in qualche modo aiuta a prevedere il futuro dei pickup». Con la guida di Martin Pohanka, responsabile interior design a Wolfsburg, e di Peer Witt, gli interni portano essenzialmente la firma di Dominik Krug, responsabile per la scelta stilistica e strutturale della plancia, che si irradia da uno schermo verticale sulla consolle centrale, che offre a suo dire «una tridimensionalità molto coraggiosa, espressiva e scultorea».
Una questione di Dna
Un’architettura a T che ha prevalso sulle due alternative, una completamente lineare (progettata da Richard Mohos con la collaborazione di Damien Grossemy) e l’altra lineare ma divisa a metà da uno schermo orizzontale (disegnata da Matthias Kim). «Era importante mantenere il Dna di Volkswagen e Amarok, integrando la nuova architettura, inconsueta nei veicoli commerciali VW. Il risultato finale è l’insieme di un tema orizzontale molto forte che si apre per integrare lo schermo verticale». Per quanto riguarda l’HMI, il nuovo Amarok ha imposto una sfida particolare al team di sviluppo: come implementare e costruire su una piattaforma software OEM esistente fornita dal partner di cooperazione di VW. «Non solo deve assomigliare, ma l’HMI deve anche sentirsi e interagire esattamente come qualsiasi altra autentica Volkswagen», spiega Roberta Ricci, coordinatore responsabile dell’HMI.
Colori e materiali
Florian Wendt, responsabile del progetto generale, continua: «Quando selezioni una modalità di guida specifica, scoprirai intricate animazioni 3D del nuovo Amarok che solca la neve, attraversa un sentiero fangoso o sfreccia su una solida strada asfaltata. Abbiamo cercato di stabilire priorità e un punto di riferimento completamente nuovo con queste animazioni». Grande cura è stata dedicata al design dei particolari e alla scelta di materiali e colori, in un crescendo di raffinatezza che porta i modelli PanAmericana e Aventure a livelli ben diversi dall’Amarok di base. Il merito è stato soprattutto di Pavol Sajtak, responsabile di C&T, e dei suoi collaboratori: Marcel Dornberg e Christiane Fleischer (sedili), Theresa Scholl (vernici e materiali), Fatih Tabak (superfici e strutture), senza dimenticare Andrea Hillerdt per le vernici degli esterni.
(Articolo completo in A&D n. 257)