“Voglio chiarire una cosa. Per me la Berline Bulle rappresenta la Citroën e il futuro.” Così si è espresso Arthur Blakeslee, capo del Centre Création Citroën (CCC) a proposito della concept car presentata all’ultimo salone dell’automobile di Parigi, una vettura sorprendentemente semplice che è stata accolta con favore.
In un periodo in cui alcuni dirigenti della casa francese sono impegnati a trasformare la Citroën, un tempo audace, in un “generico” fornitore di automobili ordinarie, sobrie e di gusto medio, che garantiscano un buon profitto, Blakeslee intravvede la possibilità di differenziare i prodotti della casa con un design ad alto impatto visivo, anche se la maggior parte di essi comprendono componenti meccanici tradizionali condivisi con la Peugeot.
La Berline Bulle ha una storia curiosa. Dal punto di vista meccanico è identica al Berlingo, un veicolo per il tempo libero introdotto lo scorso anno. Persino alcuni pannelli della carrozzeria, in particolare il cofano e i parafanghi anteriori, derivano dal camioncino leggero, che, per quanto basato sul pianale di un’autovettura, la ZX/Peugeot 306, è palesemente e definitivamente un veicolo commerciale.
Gli stilisti e i tecnici Citroën non hanno partecipato all’ideazione del Berlingo, un prodotto “senza marchio” sviluppato dagli studi PSA di design avanzato di Carrière sous Poissy (dove un tempo venivano elaborati i veicoli Chrysler e Simca) e dai fornitori esterni. Il Centre Création Citroën si è occupato del design finalizzato alla produzione, compreso quello del gemello Partner destinato alla vendita presso le concessionarie Peugeot.
Una volta iniziata la produzione, fu subito chiaro che la carrozzeria del monovolume poteva essere sviluppata in una vasta gamma di stili senza difficoltà.La Bulle è una concept nata all’interno del CCC e realizzata da Heuliez Torino dopo l’approvazione della direzione Citroën. Blakeslee afferma che la presentazione al management delle concept car come la Bulle è assolutamente identica a quella delle vetture di produzione su larga scala, salvo che avviene in un’unica occasione.
Vengono mostrati schizzi, figurini, alcune “tavole d’ambiente”, sezioni in metallo verniciato e campioni di materiali per gli interni, tutti gli elementi, cioè, che servono a delineare l’aspetto dell’automobile, oltre, naturalmente, a un modello in scala 1:5.
Nel caso delle tre concept car derivate dal monovolume Berlingo presentate quest’anno, i pacchetti introduttivi completi sono stati consegnati ai fornitori esterni, che hanno realizzato le vetture per lo show insieme a uno stilista Citroën incaricato di seguire il progetto durante lo sviluppo a grandezza naturale.
Il concept pick up è stato notevolmente modificato dalla Carrozzeria Bertone nel corso della costruzione, come si può vedere dalle illustrazioni. La linea ondulata destinata a caratterizzare l’intero progetto è stata ideata dallo stilista Citroën italiano Alessandro Riga in un semplice schizzo all’inizio del processo, ed è stata mantenuta durante l’evoluzione del concept nel Coupé de Plage.
Bertone ha un rapporto di lunga data con la Citroën, per la quale ha creato insieme all’italiano Marcello Gandini la BX, e insieme al francese Marc Deschamps la Xantia e la XM. Per molti anni i francesi hanno utilizzato la porzione anteriore delle autovetture fuori produzione per le cabine dei veicoli commerciali leggeri.
L’esempio più duraturo di questa prassi è la versione commerciale Peugeot 504, tuttora in produzione 29 anni dopo il lancio della 504 berlina. Anche il furgone C-15 Citroën, che verrà integralmente sostituito dal Berlingo, non è più tanto giovane, essendo sul mercato ormai da quindici anni. Il cofano, i parafanghi anteriori, il paraurti e il parabrezza sono quelli della Visa II berlina, da tempo fuori produzione.
Il monovolume Berlingo è quindi una novità per la Francia, anche se non è niente di più di quello che gli americani definivano “panel truck”. Il veicolo Chevrolet Suburban, basato su un camioncino, concettualmente identico al Berlingo con finestrini e sedili posteriori, è in produzione da 62 anni. Le vetture Citroën sono tradizionalmente caratterizzate da un engineering straordinario e da uno stile insolito fin dalla comparsa della “Traction Avant” o della 11CV nel 1934.
In quegli anni per lo più la casa francese guadagnava poco o niente. Naturalmente molti attribuiscono la responsabilità degli scarsi profitti alle forme insolite e al contenuto tecnico avanzato delle vetture piuttosto che all’inadeguatezza delle politiche di marketing e allo schieramento incoerente di modelli.
Per molti anni la Citroën si è trovata nella situazione paradossale di fornitore di prodotti al top di gamma (la DS) o compresi nel segmento più basso del mercato (la 2CV), ma assolutamente assente nella vasta area intermedia a cui si rivolge la maggior parte delle persone per l’acquisto dell’automobile.
Il telaio della 2CV due cilindri non consentiva aumenti delle dimensioni o incrementi di potenza, e vetture come l’Ami 6, l’Ami 8 e la Dyane non sono mai stati modelli di gamma intermedia veramente soddisfacenti: erano semplicemente vetture “entry level” un po’ più elaborate.
La GS del 1970, dal design brillante, in realtà era una due litri con motore da un litro e particolari tecnici (sospensioni idropneumatiche e servofreno ad alta pressione) troppo sofisticati per il prezzo.
Quando, infine, fu sviluppata una gamma completa dopo l’acquisizione da parte della Peugeot, dal punto di vista stilistico si instaurò un conservatorismo estremo: la LN e la Visa di gamma intermedia erano semplicemente delle Peugeot 104 sottoposte a un leggero restyling.
Anche il design dell’AX, che prese il posto della prima, e della ZX, che sostituì con successo la GS dal motore raffreddato ad aria non sufficientemente potente e le Visa top di gamma, è piuttosto austero e convenzionale. Ora, tuttavia, come ha sottolineato il presidente Jacques Calvet durante la conferenza stampa di dicembre, la Citroën, per la prima volta nella sua storia, offre un assortimento completo di vetture relativamente giovani, per le quali è previsto un restyling periodico, a differenza dei vent’anni di vita media della Traction e della DS.
La gamma attuale comprende l’AX, la Saxo, presumibilmente destinata a sostituirla, la ZX, la Xantia e la XM prodotta in volumi ridottissimi perché il mercato delle grandi berline è sostanzialmente crollato, e il minivan Evasion, la versione Citroën del veicolo per trasporto persone condiviso con Peugeot, Fiat e Lancia.
Tra i veicoli commerciali con il marchio Citroën ci sono il C-15, che presto uscirà di produzione, il Berlingo, il Jumpy, veicolo commerciale sviluppato a partire dall’Evasion con tetto rialzato, e il Jumper, un grosso furgone a trazione anteriore costruito dall’italiana Sevel e condiviso con Peugeot (Boxer) e Fiat (Ducato).
Le versioni del Jumpy e del Jumper dotate di finestrini e sedili trovano scarse applicazioni come veicoli privati. Il Berlingo, invece, è destinato a un ampio sviluppo a partire dalla versione a cinque sedili tipo station wagon già in vendita. Si prevede la prossima comparsa di un modello con portellone sollevabile integrale, come la show car Grand Large, mentre la versione di produzione della Berline Bulle riscuote ampi consensi sia in ambito Citroën che tra il pubblico.
La Bulle si apprezza completamente solo dall’interno. Chi ha avuto la possibilità di sedersi nella vettura esposta al salone di Parigi è stato affascinato dall’ariosa spaziosità e dalla sensazione di confort e insieme di robustezza… precisamente la combinazione di caratteristiche che ha decretato il successo della 2CV per così lungo tempo, anche quando le prestazioni su strada erano ormai ampiamente surclassate da qualsiasi piccola sul mercato.
Il Berlingo, naturalmente, è assolutamente attuale da questo punto di vista, e, in quanto discendente dalla ZX, ha ampie potenzialità di aumento di potenza qualora il mercato lo richieda.
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