La Mini originale è vissuta 41 anni. L’icona dell’industria automobilistica britannica non poteva però durare per sempre: le moderne normative ne hanno decretato la scomparsa. Come affrontare il compito di realizzare un’erede?
Tra i progetti presentati nel 1995 per il nuovo modello, Wolfgang Reitzle, al tempo responsabile del settore R&D, e Bernd Pischetsrieder, presidente BMW, scelsero di sviluppare la proposta di Frank Stephenson. Sia gli interni che gli esterni della nuova Mini oscillano tra passato e attualità, con molte caratteristiche stilistiche del modello originale. Per quanto la BMW si sforzi di sottolineare che la “nuova Mini” non è un design retrò, alcuni particolari rappresentano un legame con il passato al pari del vaso di fiori della New Beetle.
In sei anni di studi molti team hanno partecipato al progetto e nelle ultime fasi Gert Hildebrand, già chief designer Mitsubishi e Volkswagen, si è dedicato a migliorare la qualità dei materiali e dei rivestimenti interni. Hildebrand è entusiasta riguardo alle prospettive del marchio Mini e riconosce il contributo di Stephenson al progetto. “Disegnare una nuova Mini doveva essere il sogno della sua vita, e Frank ha fatto un lavoro superbo. La nuova vettura fonde i tre archetipi corporei umani: un solido corpo maschile, sensuali curve femminili e persino alcuni elementi arrotondati tipicamente infantili”.
Per quanto la Mini sia un design totalmente britannico, Hildebrand sottolinea il fatto che la compatta anglo-bavarese non ha un’eredità inglese, ma piuttosto “una tradizione neo-europea; non è retrò, ma ha tutte le potenzialità per diventare di nuovo un oggetto di culto”.
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