Robert Cumberford torna a parlare dello scorso salone dell’auto di Detroit, analizzando nello specifico tre concept car portate sulla ribalta nordamericana dal Gruppo Toyota, la sportiva Acura Advanced, la Toyota DT-HS e la Lexus LF-A. Di seguito, alcuni fra i passaggi più significativi della sua riflessione.
Voglio credere che la conformazione delle sportive Acura, Lexus e Toyota rappresenti solo una fase verso un’estetica meravigliosa e innovativa, anche se in realtà non ne sono così sicuro. Questi veicoli hanno alcune parti modellate in modo superbo, ma altre incredibilmente sgraziate e prive di eleganza. Consideriamo la sportiva Acura Advanced: le superfici presentano un numero ridottissimo di errori, praticamente nessuno per la verità. Eppure non riuscivo a non pensare quanto difficile e persino sgradevole sarebbe guidarla tutti i giorni, con quel musetto eccessivamente lungo e invisibile dal sedile del guidatore.
L’ibrido Toyota FT-HS è eccellente sotto il profilo tecnico, ma con il suo frontale sublimato tipo spazzaneve e il musetto corto sembra più una coupé a trazione anteriore di ciò che è in realtà, una vera e propria sportiva performante. È interessante, ma vi fa desiderare di mettervi al volante e andare da qualche parte? La Lexus LF-A per lo meno ha le giuste proporzioni per una vettura sportiva. Sembra una parte di una GT molto veloce e in generale è più che accettabile, anche se la presa d’aria superiore dei radiatori posteriori, situata immediatamente dietro le porte, è tormentata e priva di eleganza.
I maestri più grandi, e qui penso a Battista “Pinin” Farina e a Giuseppe “Nuccio” Bertone, esigevano sempre che la bellezza fosse parte integrante di tutto ciò che facevano. Oggi dobbiamo recuperare questo principio etico.
L’articolo continua su Auto & Design n. 163