l tormentato e doloroso caso Bertone, per il quale tutti ci auguriamo una soluzione, la migliore possibile per Nuccio, un grande marchio e 1.500 lavoratori, ha fatto molto discutere sulla situazione e sui destini della nostra categoria. Al di là del singolo caso, seppur particolarmente significativo per storia e immagine, credo interessi capire cos’è oggi la carrozzeria, in particolare quella italiana, quali sono le sue radici e quali le sue prospettive.
Cosa ha significato e cosa non significa più oggi questo termine che ha caratterizzato e connota ancora gran parte dell’economia e dell’allure piemontese e italiana? Si partì a fine ‘800 con le carrozze, autentici capolavori di linea e di esecuzione frutto del lavoro di tante piccole botteghe. Con l’avvento del motore a scoppio avvenne il passaggio dalla carrozza all’automobile, già allora non indolore per molti carrozzieri dell’epoca.
Agli albori della motorizzazione di massa, i grandi artisti/artigiani/tecnici sopravvissuti erano in grado di riprodurre sullo stesso telaio veicoli personalizzati rispetto alle limitate produzioni dell’epoca, garantendo al proprietario la certezza di disporre di un pezzo unico per originalità, eleganza, prestazioni, innovazione, prestigio.
Queste automobili, spesso vere opere d’arte, riassumevano in sé le capacità del carrozziere per eccellenza: stile, progettazione della scocca e del suo corretto montaggio sul telaio, e manifattura, tre mestieri che nel tempo si sarebbero sviluppati differenziandosi e ponendosi oggi come servizi da offrire anche in parte e/o separatamente.
Dopo la parentesi della prima guerra mondiale, fu proprio il prezioso pezzo unico ad andare progressivamente in crisi: era divenuto nel tempo troppo caro, economicamente infattibile e meno interessante per un mercato che, ampliandosi, cercava un nuovo fattore di distinzione nelle fuoriserie. Chi comprese la problematica investì di conseguenza e crebbe, altri, rimasti ancorati al passato, chiusero l’attività. Ulteriore crisi nacque con la rivoluzionaria sfida legata all’industrializzazione della scocca auto-portante, che costrinse i carrozzieri dell’epoca ad affrontare il binomio telaio-carrozzeria pensati insieme.
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