Da singolo marchio ad articolato polo industriale, leader in Europa e ai vertici nel mondo. Protagonista è il Gruppo Piaggio che oggi offre un’ampia gamma di scooter, ciclomotori, moto e veicoli da trasporto leggero, gestendo sette marchi: Piaggio, Vespa, Gilera, Aprilia, Moto Guzzi, Derbi, Scarabeo. Considerata la loro importanza è evidente l’impegno profuso nel gestire al meglio questo patrimonio della cultura italiana delle due ruote.
Ne abbiamo parlato con Marco Lambri, Senior Vice President responsabile del Design Centre, Direzione Sviluppo e Strategie di Prodotto di Piaggio&C Spa. «Il mondo della moto – spiega – esige un grosso impegno: da un lato lo sviluppo di nuovi prodotti avviene in tempi più brevi rispetto all’auto; in secondo luogo si tratta di veicoli molto complessi dove l’interazione fra stile e tecnica richiede passione e un’adeguata cultura. Proprio per questo stiamo lavorando a stretto contatto con le scuole di design: l’obbiettivo è fornire a chi guarda al futuro le opportune basi storiche e culturali».
Attualmente il centro stile Piaggio impiega una cinquantina di addetti (compresi i modellisti) nelle sedi di Pontedera e Noale, alle quali recentemente si è aggiunta quella di Pasadena, in California. La suddivisione per tipologia di mezzo consente di sfruttare al meglio sinergie a livello tecnico di componenti e piattaforme, mentre i valori dei singoli brand dettano le linee guida per ogni nuovo prodotto. Allo scopo, in ogni struttura lavorano designer che sono autentici punti di riferimento per ogni marchio. Ogni nuovo modello prevede lo sviluppo di varie proposte, alcune portate avanti all’interno, altre da consulenti esterni. Analizzando i singoli marchi, Vespa ha fatto la storia dello scooter, Moto Guzzi della moto, Piaggio della mobilità leggera; Aprilia ha sposato la sportività con un palmares eccezionale. Senza poi dimenticare Gilera e Derbi. «Malgrado questa complessità – precisa Lambri – in questi ultimi anni siamo riusciti a tenere alta la bandiera dello stile italiano, ossia quello duraturo, elegante e proporzionato, che sa rinnovarsi senza negarsi mai. E anche a slegarci da quello estremo e dai repentini cambiamenti tipici dei marchi asiatici (ma non solo), mentre auspico una coesistenza per inquadrare la netta differenza fra la nostra cultura stilistica e le altre. Inoltre, l’esperienza che in passato ho maturato in campo automobilistico nello sviluppo degli interni mi ha consentito di porre l’accento sulla qualità percepita, con una evoluzione che oggi è ben visibile sui nuovi prodotti».
Precedenza dunque alla Vespa Primavera 125 che si affianca alla 946 da cui eredita alcuni tratti distintivi. «Di fronte a un oggetto che ha questo nome – sottolinea Lambri – occorre stare molto attenti. Veicoli iconici come la 500 e la Mini sono spariti per un certo periodo, mentre la Vespa è stata prodotta ininterrottamente per 67 anni e ogni versione ha un ciclo vitale più che doppio rispetto ad un altro scooter. Essenziale trovare il giusto connubio stilistico fra tradizione e innovazione. Con la 946 sono state sperimentate nuove strade per il futuro e con la nuova Primavera abbiamo realizzato un veicolo moderno ma riconoscibile in tutto il mondo. Un lavoro che ha richiesto tre modelli di stile e il superamento delle difficoltà date dall’architettura monoscocca».
L’articolo continua su Auto & Design n. 204