La McLaren Artura smentisce chi ancora pensa che emozione e sportività non vadano d’accordo con l’elettrificazione. Prima supercar del segmento con powetrain ibrido plug-in, la Artura è la sintesi di tutti i principi stilistici McLaren, come ci racconta il capo del design Robert Melville in collegamento dalla sede del costruttore inglese a Woking: «Purezza formale, tecnica e funzione. La Artura è una scultura viaggiante modellata dal vento».
Un centro stile giovane
Per la realizzazione del modello il team di design è partito dal foglio bianco grazie a un’inedita monoscocca in carbonio (la MCLA) in grado di ospitare un propulsore termico 3.0 V6, un motore elettrico e un pacco batterie da 7,4 kWh per percorrere circa 30 chilometri a zero emissioni senza dar voce ai 680 cavalli del powetrain. Per questa nuova supercar le matite dei giovani designer McLaren - l’età media del centro stile è di circa trent’anni - hanno seguito la strada dell’evoluzione dei canoni stilistici del costruttore inglese senza stravolgerli.
Tetto e montanti in alluminio
Sebbene la Artura sia fortemente riconoscibile come McLaren, diverse soluzioni stilistiche sono completamente nuove: dal muso prominente e allungato che punta verso il basso al tetto realizzato in un unico componente d’alluminio che comprende i montanti anteriori. Il principio di purezza formale si ritrova al posteriore definito dalla fanaleria a Led lunga e sottile, dai due tubi di scarico in posizione rialzata e dai deflettori in carbonio per favorire l’aerodinamica.
Il pilota al centro
Gli interni sono stati costruiti intorno al guidatore: «Da sempre è un mantra per McLaren mettere il pilota al centro e successivamente aggiungere tutti gli altri elementi senza compromettere visibilità ed ergonomia. L’abitacolo della Artura segue proprio questo approccio».
Massima ergonomia
Il display per l’infotainment è in posizione rialzata e orientato verso il posto guida, mentre sulla palpebra della strumentazione digitale sono stati installati i pulsanti per il controllo di trazione e le modalità di guida. «Tutto è a portata di mano, anzi di dito. Come da miglior tradizione McLaren anche la Artura non ha nessun comando sul volante, per evitare distrazioni», continua Melville.
Tra fisico e digitale
Il team di design ha iniziato a lavorare al progetto nel 2017 con un’impronta fortemente tecnologica grazie all’utilizzo della realtà aumentata per lo sviluppo digitale. Nessuno però ha dimenticato l’approccio artigianale, necessario per una supercar ad alto contenuto emozionale. Elettrificazione, buon design e passione: McLaren sembra pronta per l’inizio di una nuova era.
(Articolo completo in A&D n. 248)