Siamo ospiti di Lavazza per approfondire il suo rapporto con il design, celebrato recentemente con la pubblicazione del libro “Lavazza Design People. 1996-2020”. Un legame presente sin dagli albori del marchio, cresciuto durante gli Anni 50 e 60 in un periodo straordinario per il mondo della progettazione italiana, e alimentato da un continuo lavoro di ricerca e sperimentazione che ha portato, nel 2015, alla creazione del Team Lavazza Design guidato dal Design Manager Florian Seidl, quarantaduenne austriaco con un passato nel design automobilistico.
In cerca di un’identità stilistica
«Sette anni fa ho raccolto la sfida di creare da zero questo reparto. Fino ad allora, i progetti erano certamente ottimi e di successo, sviluppati con partner di alto livello professionale, ma mancava un legame di continuità tra di essi. La crescente consapevolezza del valore del design aveva evidenziato l’esigenza di gestire il tema a 360 gradi», ci racconta.
Jolie, un nuovo linguaggio formale
Il lavoro del team, oggi composto da Florian Seidl e dalla designer Angelica Rella, è iniziato con la progettazione della Jolie, macchina per il caffè in capsule. Diciotto mesi di lavoro, tra il 2015 e il 2016, per creare la capostipite del design Lavazza. La Jolie ha dato origine ad un vero e proprio linguaggio formale, capace di veicolare i valori del brand in modo coerente nei vari canali di mercato, con elementi specifici come la forma “a porta” della parte frontale, l'anello colorato che circonda il tasto di accensione, la piccola lunetta che sovrasta il logo e la presenza di pattern decorativi a grafica orizzontale.
Una forma per ogni ambiente d’utilizzo
Ma quali sono i criteri principali che entrano in gioco nella progettazione delle macchinette del caffè? «I nostri prodotti fanno parte della quotidianità delle persone, ma i criteri di base dipendono dal canale. In quello domestico c’è maggiore libertà espressiva e un carattere più emotivo, con oggetti amichevoli e dal tocco umano capaci di integrarsi nell’ambiente cucina, mentre nelle macchinette da ufficio guardiamo ad un aspetto più professionale adatto ad ambienti più formali.
A ciascuno il suo colore
Facciamo scelte diverse anche dal punto di vista cromatico, con colori più neutri e seriosi per i prodotti dedicati agli ambienti di lavoro e più colorati, talvolta anche fortemente caratterizzanti, per quelli destinati alla casa. La ricerca su colori, finiture e materiali, sviluppata in collaborazione con il nostro ufficio tecnico, tiene conto delle preferenze dei clienti in base alle vendite, alle tendenze e trend su un periodo di medio, lungo termine coerenti con la vita media di una macchinetta del caffè sul mercato», spiega Angelica Rella, designer Lavazza.
Sostenibilità al centro
Tra i temi su cui il design Lavazza si mette maggiormente in discussione, quello della sostenibilità «è un argomento che stiamo affrontando su diversi fronti per garantire che l’impatto ambientale sia sempre sotto controllo», ci spiega Seidl. «Per esempio, abbiamo lavorato sul materiale delle capsule dei nostri sistemi proprietari “A Modo Mio”, “Blue” e “Firma” affiancando alle tradizionali soluzioni in polipropilene, soluzioni sostenibili grazie ad un minor impatto ambientale e alla loro completa compostabilità. Si tratta di un lavoro complesso, il nostro sistema è studiato per ricreare a casa l’esperienza del caffè espresso italiano del bar e i vincoli da rispettare sono molti, ma stiamo lavorando ad una soluzione ottimale per preservare la qualità e l’aroma del caffè».
(Articolo completo in A&D n. 253)