Per un verso, una splendida cittadina toscana che ogni fine ottobre ospita una delle più grandi rassegne in Europa dedicate all’universo del fumetto. Per l’altro, una piccola anglotedesca cui non sfugge un’occasione per manifestare il proprio spirito pop. Mini torna per il quarto anno consecutivo a Lucca Comics e sfodera la terza show car decorata (nel 2021 si puntò su un murales): stavolta la carrozzeria di una tre porte, preventivamente coperta di una pellicola bianco opaco, si è lasciata percorrere dai pennelli della Direttrice Artistica di Lucca Manga School, Caterina Rocchi.

«Su una fiancata compare un giovane che rappresenta una versione timida e maschile di madre natura, sull’altra una ragazza più risoluta e portatrice dell’energia della città» spiega la fumettista. Il cofano vede i tratti dei disegni laterali unirsi in una fusione che rimanda al concetto di “big love”: «Ovvero l’amore per tutte le creature, indipendentemente da razza, sesso o corporatura fisica, e l’attaccamento ai valori sani». Concetti che le strisce a disegni, caratterizzate da eterne lotte fra bene e male, propongono e frequentano da sempre, almeno secondo chi ha ideato l’iniziativa. Un legame forse non del tutto evidente? Possibile, ma il carattere giovane e vivace dell’eterna Mini resta indiscutibile e legittima l’operazione.

Peraltro animata, nella visione di Rocchi, da una duplice valenza associata alla cultura dell’auto giapponese: «Il progetto è a tutti gli effetti una Ita-Sha, ovvero una vettura elaborata che genera una sovrastimolazione visiva, ma anche, letteralmente, un modello italiano». Del resto, profondamente radicata nel nostro Paese si dimostra anche la tradizione di Lucca Comics, le cui origini possono essere fatte risalire al lontano 1966… quasi al pari della citycar di Oxford (1959)! Peccato solo che la vernice con cui sono tratteggiati i due personaggi non resista agli agenti atmosferici: in caso di impiego quotidiano, il “big love” rischierebbe di sciogliersi come un’effimera storia adolescenziale. Da ricordare con un sorriso, però.