Confrontandosi con uno stile orientato verso le prestazioni, spesso si incontrano riuscite manifestazioni di funzionalità, soprattutto per aerodinamica e raffreddamento, miscelate al puro piacere visivo. Quando la meccanica reclama tanto le proprie ragioni, raramente resta spazio per l’ironia. Di fronte alla più raffinata espressione della Aston Martin, però, cogliamo l’osservazione “confidenziale” di un designer a un evento del marchio britannico: se la Vanquish fosse un animale, con quel posteriore sembrerebbe un pavone.
Altro che coda d’anitra. Il paragone spinge a sorridere, ma appare fondato anche osservando le altre sorelle presenti, due Vantage in arancio e verde assenzio e altrettante DBX 707. Tutte modellate intorno alla stessa curva subito sotto il lunotto. Sulla Vanquish, però, tale tratto assurge a elemento chiave. Si rivela sintesi fra l’ispirazione derivata dai prototipi di Le Mans anni Sessanta e la più avanzata profilatura deportante, in una straordinaria orchestrazione di spoiler, taglio tronco con scudo (“shield”) a contrasto, estrattore e scarichi. Osservando la vettura da dietro, l’emotività si avverte maggiore che dalla prospettiva frontale. E sette lamelle luminose (“light blades”) per lato completano l’effetto.
Naturalmente, l’approccio formale nobilita la vista anche da angolature diverse, a partire dalla distanza fra avantreno e montanti del parabrezza: una misura che costruisce proporzioni contemporanee e insieme ultra-classiche, con un muso disegnato per collocare il V12 quanto più indietro possibile. Inoltre, in coerenza con l’intenzione di Aston Martin di consolidare la propria posizione nell’ultra-lusso e grazie all’inedito linguaggio delle superfici, molti dettagli si fanno accuratamente sofisticati: dai gruppi ottici anteriori al padiglione in cristallo anti-UV, fino all’opulento set di valigie integrato dietro le spalle dei passeggeri.
Non mancano neppure le accortezze progettuali inattese, come il cofano motore alleggerito dei meccanismi attivi per l’impatto col pedone, grazie a uno studio della deformazione che non richiede ulteriori dispositivi. Il fascino si concretizza attraverso sottigliezze invisibili. Non a caso Marek Reichman, Vicepresidente Esecutivo di Aston Martin, ha affermato: «Il nostro modello di punta è un acme di creatività spavalda e genuinità umana».