Le sue forme le consentiranno di entrare in uno dei segmento più importanti in Europa e il suo stile, curato dal team di Wolfgang Egger, dalle linee morbide senza troppi fronzoli o caratterizzazioni le consente di non essere troppo divisa e, anzi, di piacere a più persone possibile. La Byd Atto 2 è un Suv compatto (4,31 metri di lunghezza, 1,83 di larghezza e 1,67 di altezza) che fa della dinamicità il suo punto di forza: la piattaforma 3.0 su cui è costruito gli consente di offrire tanto spazio nell’abitacolo, le tecnologie di cui dispone (il pacchetto di Adas è completo e ha addirittura la guida autonoma di livello 2) lo rendono all’avanguardia e la motorizzazione elettrica è coerente con l’offerta della concorrenza (dalla Citroen C3 Aircross alla Opel Mokka alla Peugeot 2008).

La Atto 2 ha una batteria Blade con una capacità di 45,1 kWh e, per la prima volta in un modello compatto di Byd, utilizza la costruzione Cell-to-Body (CTB): un processo che integra la batteria nel telaio, con il coperchio superiore del pacco batteria che funge da pavimento per l’abitacolo. Secondo quanto dichiarato, il layout è una novità nel segmento dei Suv compatti e offre un miglioramento del packaging e della rigidità della carrozzeria. A proposito di guida, la Atto 2 colpisce per il buon assorbimento delle asperità del terreno, mentre la dinamica generale è buona: abbiamo provato il modello a Torino, spinto da un motore da 130 kW e alimentato da un pacco batterie da 45,1 kWh per 321 chilometri di autonomia dichiarata. Nel corso dell’anno arriverà una versione con batteria con capacità superiore e 420 chilometri di autonomia.

L’anteriore presenta fari a Led con luci di marcia diurna sottili, mentre il paraurti ha angoli netti per un look dinamico, insieme a prese d’aria verticali ai lati più estremi della carrozzeria. Il profilo è caratterizzato dal tetto che sembra flottante grazie al colore a contrasto dei montanti, mentre al posteriore lo spoiler si trova sopra la fanaleria a tutta larghezza (un dettaglio che ormai sembra immancabile in molti dei nuovi modelli di oggi) caratterizzata da un disegno di luci a “nodo”, un richiamo al simbolo della buona sorte cinese.

La qualità percepita di materiali e finiture dell’abitacolo è alta. Ci sono zone imbottite un po’ ovunque e , a differenza di alcune concorrenti, poche plastiche dure al tatto. La console centrale contiene un paio di portabicchieri e un bracciolo integrato, che si apre per rivelare una delle diverse aree di stoccaggio. Il selettore di marcia ha un aspetto sofisticato a taglio di diamante, mentre tutt’intorno troviamo comodi tasti fisici per alcune funzioni chiave: dal disappannamento del parabrezza al volume per il sistema audio all’interruttore per selezionare le quattro modalità di guida (Eco, Normale, Sport e Neve). Una scelta che si discosta dall’approccio “tutto touchscreen” di alcune concorrenti. Non che la Atto 2 non abbia schermi: la strumentazione è da 8,8 pollici, mentre il display centrale per l’infotainment è da 12,8 pollici.