Due posti, tanta potenza e voglia di Anni 60. Questi gli elementi chiave della Automobili Mignatta Rina, berlinetta super sportiva dalle linee classiche che sfrutta le più moderne tecnologie costruttive e, nelle intenzioni del costruttore, racchiude in sé il meglio delle auto Made in Italy. Il suo nome deriva dall’abbreviazione di “Caterina”, la nonna del fondatore di AM e il suo design iconico nasconde una monoscocca in fibra di carbonio e una meccanica animata da un propulsore V8 aspirato da 5 litri di cilindrata. Una ricetta tecnica che esalta la connessione fra veicolo e pilota. La vettura è costruita a mano e personalizzabile fin nei minimi dettagli: verrà realizzata presso Valfenera d’Asti (Piemonte), in una tiratura annuale limitata ad appena 30 unità.

«Rina è un viaggio nel design e nell’emozione, un omaggio alle vetture sportive italiane d’antan, da cui riprende le curve sinuose e morbide accompagnate da linee tese. Ogni dettaglio è pensato per esprimere purezza e sintesi, senza fronzoli, proprio come le vetture sportive degli anni Sessanta. Ne risulta una bellezza senza tempo, dove ogni tratto è funzionale e la forma è vera protagonista», Davide Dessì, Chief designer di Rina. La vettura gode della leggerezza della fibra di carbonio rinforzata con fibra aramidica (kevlar), per resistere ai piccoli urti, adoperata per plasmare un corpo vettura che omaggia l’eccellenza della manifattura piemontese. Eleganza e purezza delle forme sono gli architravi concettuali del suo stile, tipicamente italiano. Cofano lungo, parafanghi possenti e volume di coda sfuggente: Rina vanta linee sensuali, che sembrano accarezzare l’aria e fenderla al contempo.

Il frontale di Rina si caratterizza per la calandra ellittica. Da qui il muso della vettura si fa subito largo, definito da nervature scultoree che conferiscono all’insieme un’armoniosa forza visiva. Lateralmente una linea avvolgente definisce passaruota e parafango, unendoli in un unico tratto che si dissolve progressivamente: questo elemento conferisce alla vettura muscolosità e la fa sembrare ben piazzata e determinata a divorare la strada. Il cofano si prolunga virtualmente su plancia e tunnel della trasmissione, arrivando fino al baule posteriore, creando continuità formale fra carrozzeria e abitacolo. Un’alchimia visiva fatta di forma e funzione. Il posteriore di Rina è visivamente incorniciato dalla sporgenza dello spoiler posteriore, mentre un bassofondo accentua la tridimensionalità degli elementi, donando al retro una presenza forte ma raffinata. Il design di Rina è nobilitato da dettagli come le cerniere a filo dei cofani e i cerchi che si ispirano agli stilemi tipici delle ruote Anni 60.

L’abitacolo di Rina è essenziale, privo di schermi ed infotainment. Ogni dettaglio è curato per rendere unica l’esperienza di guida, puro e istintivo, e mettere al centro di tutto il driver. Sul capolino della plancia figura un quadro strumenti sospeso, di forma ellittica, con il contagiri in posizione centrale, affiancato dagli indicatori di livello benzina, temperatura acqua, temperatura olio e pressione olio. Questi strumenti giovano di profonde lunette di alluminio, materiale che ne accentua la tridimensionalità e rende ogni informazione immediatamente leggibile. Il tachimetro, invece, si trova sulla console centrale.