Strizza l’occhio alla California T, questa Portofino che ne raccoglie l’eredità; ma per essere ancora più moderna, più efficiente, forse anche più Ferrari. La coupé-cabrio di Maranello è totalmente rinnovata, dalla piattaforma allo stile: più leggera di 80 chili grazie all’uso di alluminio, più potente di 40 cavalli (ora il motore V8 ne ha 600, abbastanza per raggiungere i 100 km orari in 3,5 secondi), ma soprattutto, come sottolinea Flavio Manzoni, «non più a tre ma a due volumi». Non è, per questa tipologia di granturismo, cosa da poco. Manzoni, che guida il Ferrari Design Centre, spiega che «della California sono rimaste le proporzioni, anche se la posizione del parabrezza è leggermente arretrata quindi il cofano appare più lungo e l’abitacolo risulta ampliato». E poi? «Il badge».

Ferrari Portofino

Il punto chiave, spiega Manzoni, «era farla diventare bellissima anche a tetto chiuso, facendone una vera fastback, cosa che nessuno finora era riuscito a realizzare con questa tipologia di tetto retrattile in due pezzi. In genere il padiglione risulta corto e goffo, la coda lunga e imponente. Adesso la linea del tetto è perfetta. Quando è aperto, poi, ci sono due pinne ben visibili sul baule che alleggeriscono il profilo». Non è tutto. Spostando in fuori i gruppi ottici posteriori, che sulla California T erano inseriti nel cofano e ora sono carenati nei parafanghi, si è dato alla coda «una linea più lunga che conferisce un aspetto molto più snello e atletico».

Ferrari Portofino

Interviene Federico Acuto, exterior designer: «L’espressione del posteriore cambia completamente. E’ più sfuggente e leggero anche se i volumi restano importanti». Aggiunge un altro exterior designer del team, Francesco Russo: «La California aveva uno stile più classico. Noi abbiamo cercato con vari elementi di renderla più appetibile ai giovani. Più grintosa. Più aggressiva». Uno di quegli elementi, che tra l’altro contribuisce ad accrescere la deportanza dell’auto pur contenendo il Cx entro un livello di 0,312, si chiama air curtain: due prese d’aria accanto ai fari di nuovo design che – come spiega il lead designer exterior Werner Gruber – «fanno passare aria dai parafanghi anteriori ai passaruote riducendo la resistenza aerodinamica».

Ferrari Portofino

Poi il passaggio d’aria sulla fiancata, aggiunge, completa la funzionalità di quello stilema. Di fatto, interviene Manzoni, la Portofino è «ricca di malizie e trucchi dei nostri aerodinamici per ottenere un ottimo equilibrio fra Cx e deportanza». Come lo spoiler posteriore più esteso, reso possibile dalla nuova posizione dei gruppi ottici «facilitata da un intenso lavoro sui leverismi del tetto che ora si muovono dietro alle luci anziché lateralmente». O come l’attento studio delle fiancate, in un gioco di superfici concave e convesse; o ancora il “trimarano” posteriore, dove la chiglia centrale è rappresentata dal diffusore e quelle laterali dai due parafanghi.

Ferrari Portofino

Avviato nel febbraio 2015 con una serie di bozzetti, il Progetto F164 si è sviluppato stilisticamente nell’arco di 14 mesi in quella che Juan Manuel Lopez, responsabile exterior design, definisce «un confronto molto sano e costruttivo fra giovani talenti. Abbiamo subito lavorato in 3D e fresato tre modelli di clay che, attraverso un’inevitabile contaminazione di proposte hanno portato a una maturazione molto veloce».

Ferrari Portofino

Un miglioramento in tema di ergonomia e confort era, secondo il responsabile interior design Luca Casarini, «il punto di partenza per l’abitacolo». Geometrie leggere e compatte, grande uso di soluzioni già adottate sulla GTC4 Lusso, attento uso di colori e materiali in collaborazione con Stefania Zucchini responsabile di quel settore. L’impostazione architettonica, spiega il lead design interior Fabio Massari, si sviluppa in maniera più orizzontale che nella GTC4, con un nuovo sistema d’infotainment e un riposizionamento delle bocchette: «Alleggerire e ricompattare i volumi, cercando di scomporre la plancia per ridurre la percezione della sua altezza». Ecco allora uno schema a due gusci. Ma se l’abitacolo è più spazioso lo si deve – spiega ancora Roberto Mastruzzo, responsabile componenti – alla nuova armatura di magnesio dei sedili anteriori, che fa risparmiare ben 50 millimetri e sarà adottata anche in modelli futuri. E’ una nuova era, nei 70 anni Ferrari.

L’articolo continua su Auto&Design n. 227