Due concept car molto diverse tra loro, per esprimere il futuro più concreto del marchio ma anche la sua applicazione alla ricerca pura, senza implicazioni nelle dinamiche della produzione di serie. Così la city car Modus, e la roadster Wind, dominavano, ognuna dal suo lato, lo stand Renault al salone di Ginevra.
La Modus, vettura di segmento B molto vicina alla versione definitiva, rappresenta un passo fondamentale negli ultimi anni di storia della Renault, dal momento che divide con la Nissan Micra la nuova piattaforma comune frutto dell’alleanza, avvenuta ormai cinque anni fa, tra i due marchi.
Stessa piattaforma anche per la Wind, esplorazione del carattere sportivo del marchio priva di ogni riferimento al mercato, che condivide con la Modus ben oltre il rombo sulla calandra. «Abbiamo lavorato sulla stessa base tecnica Renault-Nissan di Modus e Micra», spiega Michel Jardin, Direttore del Design per le concept car. «Per noi – prosegue – questo è un progetto molto importante nel quadro della ricerca, perché declina l’identità del marchio in un segmento di grande successo, dove l’automobile è soprattutto piacere di guida, charme e carisma. Nelle linee di questo studio è presente tutto il linguaggio formale che abbiamo fatto evolvere in questi anni. I volumi rimangono tesi, angolati, ma con un trattamento più morbido che dà origine a un’estrema sensualità e al dinamismo tipico del segmento».
Vettura sportiva in cui il piacere di guida non significa velocità aggressiva ma soprattutto equilibrio tra sicurezza e prestazioni, la Wind racchiude sotto il cofano, oltre all’ultima generazione di radiatori Valeo a struttura arcuata, un motore Euro4 16 valvole 2.0 proporzionato a dimensioni e peso ridotti: 387 cm la lunghezza per 850 kg complessivi.
L’articolo continua su Auto & Design n. 146