La Sequel, concept car della General Motors presentata allo scorso Motor Show di Detroit, si basa su due precedenti tentativi della casa americana di mettere a punto un sistema di propulsione fuel-cell per applicazioni automobilistiche: l’AUTOnomy e l’HiWire, due vetrine innovative del packaging di componenti fuel-cell da cui è nato l’ormai noto telaio a skateboard. Entrambi i prototipi, che risalgono ad appena due anni fa, avevano un design fantascientifico e funzionalità drive-by-wire avveniristiche, ma per preparare il pubblico a un futuro di fuel-cell occorreva un approccio che diffondesse il nuovo concetto.
Il principio del telaio a skateboard è costruito intorno ai serbatoi di idrogeno da 200 kg che contengono 8 kg di combustibile. La Sequel non apparirà forse pionieristica dal punto di vista del concetto di crossover, ma l’esecuzione e i dettagli di design lo sono certamente. Il prototipo ha un aspetto massiccio come la maggior parte dei crossover statunitensi, eppure esprime un carattere molto deciso, accresciuto dalle prese d’aria grandi, dalle uscite sul lato anteriore e posteriore del veicolo e dalla calandra larga che, come richiesto dalla tecnologia fuel-cell, non nasconde il radiatore.
Gli interni, molto spaziosi e invitanti, sono più innovativi. Il packaging è stato agevolato dall’impianto di climatizzazione posto sotto il cofano e i comandi, montati sui braccioli delle porte, sono azionabili dai singoli occupanti. Il pannello strumenti di fronte al guidatore è il solo modulo di informazione sempre in posizione sulla plancia. Insieme al sedile del passeggero anteriore che ruota di 180 gradi, la console centrale ha la funzione di facilitare l’interazione e la comunicazione con gli altri occupanti, e per questo è prevista una scelta di schermi.
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