La capigliatura è imbiancata ma resta folta, la silhouette si è arrotondata appena, lo charme e l’eleganza sono intatti. Quarant’anni dopo il primo progetto creato con il suo nome, Giorgetto Giugiaro è sempre molto entusiasta, sempre molto ansioso di mostrare la sua ultima creazione. Ma, oggi, lo fa avvalendosi della collaborazione di suo figlio Fabrizio Giugiaro, che guida con lui l’azienda nata quattro decenni fa. All’ulti-mo salone di Ginevra, l’evento si chiamava “Quaranta”.
Quale prototipo si doveva sviluppare per celebrare il quarantesimo anniversario dell’Italdesign? Quale tema scegliere per simboleggiare quarant’anni di innovazione, quarant’anni di creatività attraverso lo stile e l’architettura, percorrendo tutte le forme dell’automobile, dalla vettura da città alla macchina da Gran Turismo? La questione è stata discussa in seno al team riunito attorno a Giorgetto e Fabrizio Giugiaro. Quale creazione si poteva immaginare per simboleggiare quarant’anni al vertice dell’industria dell’automobile?
Bisognava chiaramente evocare ciò che costituisce l’essenza stessa del mestiere di designer, questa ambivalenza che Giorgetto Giugiaro ha sempre saggiamente sostenuto al timone della sua impresa, le due sfaccettature che oscillano tra estetica e tecnica, tra passione e ragione, tra arte e industria. Ossia, tra stile e design.
La Quaranta fa diretto riferimento al prototipo che fu il primo a portare il marchio “Ital Design” (due parole, all’epoca): la Manta. La Quaranta riprende dalla sua antenata la natura, la prestanza, lo spirito e, di conseguenza, l’architettura generale che ne deriva. Si tratta di una berlinetta sportiva con guida al centro, organizzata intorno ad un motore centrale. L’idea principale dello stile è riposta in una scultura monolitica, com’era la Manta, e in un linguaggio stilistico molto affinato.
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