Non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno che la maggior parte delle innovazioni sulle vetture dei nostri giorni coinvolgano l’elettronica. Non solo motori elettrici che comandano le ruote, ma anche elaborate strutture logiche che dipendono dalla velocità di calcolo di dozzine di dispositivi discreti o integrati, che eseguono molteplici azioni per rendere la guida più sicura, più pulita e più confortevole di quanto sia mai stata. Perciò era naturale che il flusso di elettroni fosse il tema centrale del Mondial de Paris di quest’anno. Sembrava che ogni costruttore avesse un modello puramente elettrico, in forma di concept car o, in alcuni casi, di modello acquistabile, immatricolabile e utilizzabile per il trasporto personale.

Naturalmente le ibride hanno fatto notizia, benché alcune case usino il termine in modo improprio. La Peugeot aveva in mostra il presunto primo ibrido diesel al mondo; è un’idea promettente, ma l’azienda sosteneva anche che un motore diesel equipaggiato con un sistema “stop and start” è un ibrido. Queste affermazioni travisano la verità, ma quanto meno dimostrano l’interesse universalmente diffuso ad avvicinarsi all’elettronica e alla tecnologia “verdi”; di fatto, il motorino di avviamento è un motore elettrico…

La Honda aveva in mostra la coupé CR-Z e i nuovi ibridi Jazz. La Lotus, che ha prodotto cinque nuovi modelli/concept per il Mondial, ha dichiarato che saranno tutti disponibili come ibridi; utilizzano la tecnologia Toyota, la casa fornitrice della maggior parte dei motori che la Lotus prevede di usare in futuro. La Karma di Henrik Fisker era presente nella veste destinata alla produzione finale; la vettura nello stand era già realizzata con le attrezzature di produzione, ma non è ancora disponibile per la consegna. Se si aggiungono gli ibridi ancora in essere, molti dei quali SUV, di Toyota, Lexus, Hyundai, Porsche, BMW e altri costruttori, si ottiene una gamma completa di possibilità di acquisto nel settore delle vetture elettriche.

Il “veicolo elettrico a gamma estesa” Chevrolet Volt atteso da tempo (insieme alla sorella Opel Ampera) si è rivelato un ibrido particolarmente sofisticato; in determinate condizioni, il motore termico fornisce una certa quantità di trasmissione meccanica alle ruote. La GM ha continuato a darne una descrizione fantasiosa per tre anni mentre sviluppava nuove idee e le brevettava.

Al salone si sono visti anche veicoli ad alte prestazioni con incremento elettrico della potenza dei motopropulsori convenzionali, ancora in forma concettuale. Nello stand Audi c’era una variante ibrida della roadster R8 che in futuro condividerà le show room con i modelli e-Tron completamente elettrici. La Porsche ha annunciato che, avendo superato i 1000 ordini necessari per giustificare una produzione limitata, costruirà la concept car 918 ibrida presentata a Ginevra, mentre la Ferrari è impegnata a montare sui futuri modelli il sistema di recupero dell’energia cinetica che utilizza in pista.

Probabilmente, la vettura più entusiasmante del Mondial, a dispetto della sfacciata concept car Lamborghini Sesto Elemento tutta in fibra di carbonio, era la coupé che celebra il 75esimo anniversario della Jaguar, la CX-75. Come in altre coupé a motore centrale, il vano motore è visibile attraverso un vetro. Non si tratta però di un V-8, di un V-10 o di un V-12, ma di due motori a turbina a gas da fantascienza, cosette minuscole che appaiono perfette per un film di Guerre stellari e forniscono energia elettrica alle quattro ruote. I dettagli sono un po’ caotici, ma la sua forma base contiene una bellissima vettura di futura produzione e una tecnologia promettente.

La Honda FCX Clarity, non propriamente un ibrido ma nemmeno un tipico veicolo elettrico a batteria (è una vettura a tecnologia idrogeno-fuel cell-motore elettrico usata da alcuni guidatori in Giappone e negli Stati Uniti per prove di valutazione), ha fatto la sua comparsa a Parigi, ma non è ancora disponibile in Europa. Altri marchi, tra cui GM, BMW e Daimler-Benz, si sono dedicati all’idrogeno, ma solo la Honda investe risorse finanziarie in contratti di leasing in modo che la gente comune possa usare queste vetture a proprio piacimento sulle strade pubbliche.

Nel settore delle automobili realmente tutte elettriche, la BMW ha lanciato il suo prototipo ActiveE, che sarà realizzato in piccola serie per essere testato da utenti privati il prossimo anno. La Citroën e la Peugeot hanno presentato ognuna la propria variante della Mitsubishi i-Miev, denominate rispettivamente C-Zero e Ion; attualmente tutte tre le versioni sono in vendita. Naturalmente, la Nissan Leaf è ora in produzione e disponibile su numerosi mercati.

La Renault Twizy, un veicolo da città che francamente sembra il progetto finale per la tesi di uno studente di design, è prossima alla produzione, come la Renault Zoe, sostanzialmente una Nissan Leaf con una nuova livrea. Benché non esprima visivamente la trazione elettrica, è meno banale della vettura giapponese e presumibilmente avrà un vero potenziale quando arriverà sul mercato nel 2012. Nel frattempo, la Renault sta vendendo il veicolo per trasporto misto Kangoo Express Z.E.; al centro del suo stand aveva collocato la concept car Dezir totalmente elettrica. Anche la resuscitata Saab sta preparando una flotta di prova di veicoli elettrici, dotati di speciali batterie isolate dall’aria che funzioneranno alle temperature nordiche estreme.

Non tutti i veicoli erano elettrici, naturalmente. Le vetture familiari di serie come la Ford Mondeo e la Renault Laguna erano esposte in veste rivisitata, mentre la loro diretta rivale, la Peugeot 407, è stata sostituita nella gamma dalla nuova e più grande 508, che sostituirà anche la 607. Anche la Ford ha rivisitato la sua C-Max di successo e ha aggiunto la Grand C-Max, emulando le sue rivali nell’offerta di due dimensioni di van familiare con la scelta di cinque o sette sedili. Una new-entry leggermente sorprendente nel settore delle familiari grandi a quattro porte era la nuova Renault Latitude, basata su uno dei pianali coreani Renault-Samsung. La Mercedes ha lanciato la nuovissima coupé/berlina CLS e la Bentley ha completamente revisionato la sua linea a 12 cilindri per rinverdirne il fascino.

L’interesse locale era incentrato sul cambiamento di orientamento del design delle tre principali case francesi. Pur restando responsabile globale del design PSA, Jean-Pierre Ploué ha nominato nuovi capi dei marchi del Gruppo: Gilles Vidal, ex Citroën, che ora dirige gli studi Peugeot e Thierry Metroz, in precedenza responsabile del design avanzato alla Renault. Laurens van den Acker aveva raggiunto la posizione al vertice della Renault l’anno scorso e la concept car elettrica DeZir, accolta con favore dalla stampa e dal pubblico, è la prima testimonianza del suo lavoro presso la più grande azienda francese.

Probabilmente, il modello di produzione più importante dell’industria d’Oltralpe era la nuova Citroën C4, leggermente sotto tono rispetto al modello iniziale e non più disponibile nella versione a due porte. D’altra parte, la Citroën sta espandendo la sua linea “DS” di leggere variazioni dei modelli di serie e ha lanciato la DS3 Racing, un modello potente nello stile della Mini Cooper S o della prossima Audi A 1S.

Nel complesso, Parigi ha dimostrato che l’automobile si sta riprendendo bene, addirittura rapidamente, e che la gamma di modelli e stili, i motori più puliti e potenti, i cambi d’avanguardia, i nuovi rapporti industriali e i passaggi di proprietà (la Chrysler controllata dalla Fiat, la Volvo passata alla Geely, la Saab indipendente, la Jaguar-Land Rover della Tata indiana) stanno portando verso ciò che, possiamo sperare, sarà un vero rinascimento nella prossima decade. Quel che sembra certo è che, con il progressivo evolversi dei sistemi elettrici, a combustibili alternativi e ibridi, l’architettura globale delle nostre vetture cambierà. Le proporzioni e la distribuzione dei volumi degli ultimi quarant’anni non devono necessariamente restare gli elementi determinanti del design, perciò i nuovi team saranno liberi di innovare e improvvisare come non è stato possibile da molto tempo.

L’articolo continua su Auto & Design n. 185