Il nome di Gino Macaluso è ben noto nel mondo delle quattro ruote: ex-corridore e copilota, campione europeo rally nel ’72 e italiano nel ’74, ha sempre affiancato a una carriera da designer e dirigente vissuta nell’ambiente dell’alta orologeria una costante presenza in quello dell’automobilismo sportivo, con vari ruoli tra cui la presidenza della CSAI assunta nel 2001, celebrata anche attraverso una collezione di auto da corsa e stradali tra le più significative del periodo tra gli Anni ’60 e ’90.
E a lui, che definiva l’automobile «La più bella espressione della creatività del 20° secolo», la famiglia ha intitolato, nel decennale della sua scomparsa, la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica. Presentata a Torino il 16 giugno scorso, ha l’obiettivo di porsi come punto di riferimento per appassionati e collezionisti nonché polo culturale semi-itinerante, con partecipazioni alle più importanti manifestazioni in calendario, dal Milano-Monza Open Air Motor Show al Festival of Speed di Goodwood.
Della rassegna fanno parte auto da rally protagoniste di gare epiche e al tempo stesso dal design iconico, soprattutto italiane: Lancia Fulvia HF, Fiat 124 Spider e 124 Abarth, Lancia Stratos, Delta e 037, e una Fiat Abarth X1/9 Prototipo, la vettura che ha dato il via alla collezione. E ancora le Lancia Martini Endurance Anni ’80 ovvero Beta Montecarlo Turbo Gr. 5, LC1 ed LC2, considerate tra le più belle di sempre. Tra le stradali, invece, posto d’onore per la Lamborghini Miura, capolavoro di Bertone del ’66, la Bizzarrini 5300 GT Strada del ‘65, varie Ferrari Pininfarina (275 GTB/4, F40, 456 GT) mentre tra i pezzi esteri di maggior valore troviamo una Mercedes 300 SL “Ala di gabbiano” e una Aston Martin DB5, per la stessa Casa “Il miglior restauro mai eseguito a Gaydon”.