Nei due anni trascorsi dalla presentazione del concept el-Born alla nascita della Cupra Born di serie (il nome è quello di uno dei quartieri più iconici di Barcellona, ma in inglese sa anche di nascita in un nuovo mondo dell’auto) molte cose sono cambiate. Anzitutto la vettura definitiva non è più una Seat ma, appunto, una Cupra. E proprio perché è una Cupra doveva avere un carattere più marcatamente sportivo, in grado di esprimere agilità e alte prestazioni. Tanto più, come spiega Jorge Díez, che questa è la prima elettrica della casa di Martorell ed è quindi chiamata a dimostrare che «un’auto elettrica non deve necessariamente essere noiosa, anzi, può essere emozionante».
Carattere ed emotività
Díez, che da pochi mesi ha raccolto l’eredità di Alejandro Mesonero-Romanos alla guida del design di Seat e Cupra, osserva che il nuovo marchio spagnolo «ha un Dna ricco di carattere ed emotività, quindi volevamo per la Born qualcosa di notevole, da riconoscere e ricordare quando la si vede per strada».
Nuove opportunità
In che modo? Per esempio allungando leggermente il frontale, e questo può spiegare perché Born sia 6 centimetri più lunga della Volkswagen ID.3 con cui condivide la piattaforma MEB: quei centimetri sono serviti per dare al muso linee più marcate e una presa d’aria che Díez definisce «molto forte». In definitiva, afferma, «il marchio Cupra concede nuove opportunità ai designer, che a loro volta possono offrire più qualità ai clienti».
Identità precisa
Díez parla di un «human centric approach», nel senso che «al centro della scena non c’è più il motore ma i viaggiatori». Born è prima di una famiglia di Cupra elettriche, «tutte con la stessa filosofia di design ma ciascuna con una precisa identità e non fotocopia delle altre». L’obiettivo, aggiunge, è quello di «sorprendere, giocare con le emozioni del cliente, attaccare i sensi di chi guida».
“Il futuro sta cambiando”
Come? «Rispettando le intenzioni e l’atteggiamento dei nostri clienti, perché il futuro sta cambiando con una velocità drammatica e dobbiamo renderci conto che le nuove generazioni hanno esigenze diverse, quindi ci costringono a essere molto più flessibili che in passato».
Un team di design unito
Ovviamente l’équipe dei designer Born è stata la stessa di el-Born. Alberto Torrecillas per gli esterni, caratterizzati da un’ottimizzazione aerodinamica; Tsanko Petrov per gli interni (la centralità di chi guida favorita dalla curva del cruscotto); Francesca Sangalli (che si occupa anche di strategia Cupra) e Jordi Font per C&T. «Sono molto vicino all’uomo anche i materiali – dice Díez -. A cominciare dai rivestimenti dei sedili in Seaqual, ricavato dalle plastiche raccolte in mare». È l’obiettivo dell’auto “CO2 neutral”. «Ma senza rinunciare all’emozione».
(Articolo completo in A&D n. 249)