Passione e determinazione da sempre guidano l’opera di Alejandro Mesonero-Romanos, da luglio scorso capo del design Alfa Romeo dopo oltre 10 anni in Seat e Cupra e un breve periodo a capo del design Dacia.
Il designer spagnolo dovrà dare un volto nuovo ad Alfa Romeo e proiettare il brand in futuro che presto sarà totalmente elettrico, operando a Torino al centro stile della marca dove lavora con una trentina di designer a diversi progetti. Alfa Romeo presenterà a partire dal 2022 un nuovo modello ogni anno fino al 2026.
Ecco un’anteprima della prima intervista rilasciata da Mesonero-Romanos da quando è giunto alla guida del design Alfa. Il testo integrale sarà pubblicato su A&D Numero 251 in novembre.
Alfa Romeo ha un heritage importante, quali sono i modelli del passato da cui prendere ispirazione?
«Questo brand ha una storia incredibile e un numero di appassionati più grande di qualsiasi altro marchio al mondo. È fondamentale quindi stabilire una connessione con la storia e con i modelli che hanno contribuito a creare il mito: dalla Montreal alla Giulia GT, alla 2000 Bertone Sportiva disegnata da Franco Scaglione, per citarne solo alcune. Ho la scrivania letteralmente invasa da immagini e libri di modelli del passato, ma il nostro compito è portare Alfa Romeo nel futuro».
«Non faremo, quindi, un’operazione di retro design. Stiamo isolando gli elementi stilistici fondamentali per evolverli in maniera innovativa con grande passione. Non sono spaventato dalle nuove idee, quanto piuttosto dalle vecchie. Quando hai così tante vetture di riferimento la vera sfida è trovare un giusto equilibrio tra passato e futuro».
Quali sono gli elementi stilistici che ritieni irrinunciabili per un’Alfa Romeo anche in futuro?
«Ogni Alfa Romeo ha un’identità propria pur avendo una forte connessione con le altre. Impossibile non citare lo scudetto, le cui interpretazioni sono cambiate nel corso degli anni, ma che rimane l’elemento centrale dell’anteriore. Non esiste un altro marchio al mondo con un elemento frontale così identitario. Lo stesso concetto vale, ad esempio, per i cerchi: lavoriamo a un’evoluzione del mitico design a bolle circolari di cui abbiamo visto l’ultima interpretazione su Giulia e Stelvio».
«Ci sono particolari stilistici immortali anche negli interni, come la forma a cannocchiale della strumentazione. Nei prossimi modelli l’analogico lascerà il posto al digitale, ma questo non influirà sulle sue forme generali a cui non rinunceremo. Insomma, le Alfa di domani avranno una certa familiarità con il passato, ma guarderanno fortemente al futuro».
È stato annunciato che nella maggior parte dei mercati dal 2027 Alfa Romeo diventerà un brand elettrico. In che modo l’elettrificazione avrà effetti sul design dei prossimi modelli?
«Lavoreremo sulle piattaforme elettriche del gruppo Stellantis di diverse dimensioni. Utilizzeremo la STLA in versione Small, Medium e Large e il nostro approccio stilistico ricercherà la leggerezza. Le silhouette delle nostre vetture comunicheranno leggerezza, immaginate di avere un modello e di provare a togliere tutta l’aria dalle sue forme: quello che si ottiene sono superfici scolpite e volumi precisi».
Quale credi sia l’architettura che si aspetta un appassionato di Alfa Romeo?
«Stiamo lavorando a una gamma completa e articolata di architetture. Avremo vetture particolarmente coerenti con le richieste di mercato come Suv e crossover, ma la nostra intenzione è proporre anche modelli più di nicchia che toccano il cuore degli appassionati. Quando sono arrivato la Tonale era sostanzialmente finita e pronta, mentre siamo al lavoro sul crossover compatto. Torneremo inoltre a collaborare con alcuni carrozzieri italiani ristabilendo una tradizione tipicamente Alfa Romeo. Avremo anche delle concept car che non saranno puri esercizi di stile ma direttamente correlate con i prodotti di serie in fase di sviluppo».
Testo di Silvia Baruffaldi ed Edoardo Nastri