Come coniugare l’ormai irrinunciabile sensibilità all’ambiente e alla tutela degli animali con la prestigiosa tradizione delle sellerie di pregio? Una possibile, interessante risposta giunge da Lineapelle, importante rassegna milanese sostenuta da oltre quarant’anni di storia e di respiro internazionale, con edizioni organizzate anche a Londra o New York e 42.000 visitatori provenienti da oltre cento Paesi.

A suggerire la via, Hyundai Transys: fornitore di componenti per sedute (oltre che di propulsori, in verità) che fa capo al gruppo coreano e, secondo Automotive News, si colloca al 34esimo posto del settore per giro d’affari. Il progetto, ben contestualizzato nel guscio ispirato a una carrozzeria, consta di quattro sedili allestiti in pelle liscia e tinta con procedure sostenibili dall’italiana Dani S.p.A. di Arzignano (per la porzione anteriore), oppure intrecciata e trattata con sostanze atossiche dalla Manifattura di Domodossola S.p.A. di Villadossola (per gli schienali).

Un set di borselli integrati è stato poi confezionato con scarti di pellame presso la Dyloan, nel capoluogo lombardo. Altri cascami di lavorazione, ridotti in briciole e mescolati a fibre ottenute da PET riciclato, sono infine impiegati per il rivestimento del pianale, stavolta ad opera dei partner coreani ATKO Planning e Dual. Proprio un ideale legame fra Seoul e Milano anima sottotraccia l’iniziativa, come dimostrano le scelte cromatiche (il grigio che richiama le antiche mura orientali e il marrone ripreso da certe sfumature del Duomo) e perfino le texture (i pixel somiglianti alle finestre illuminate dei grattacieli asiatici e il ritmo di linee verticali che mima le guglie della cattedrale milanese).

Non mancano, in ultimo, i poggiatesta stampati in 3D con supporti in feltro di riuso e polveri d’alluminio. E in metallo recuperato viene prodotta la struttura stessa dei sedili, capaci peraltro di ruotare su se stessi perché immaginati in un’ottica di futura guida autonoma. Basterà a cambiare approccio? Di sicuro, sostiene la CEO di Lineapelle Fulvia Bacchi, «Grazie a questa collaborazione emerge un chiaro percorso, sia per il settore del cuoio sia per quello della mobilità, in cui design e produzione di alta qualità possono coesistere con l’approvvigionamento etico». È tempo di accomodarsi sull’ecologia.