Mettersi alla guida di una Rolls-Royce non è certo una cosa che capita tutti i giorni, a maggior ragione quando si tratta della Phantom, modello di punta del costruttore inglese con una lunga storia alle spalle e che può essere considerato l’ammiraglia delle ammiraglie. La prima cosa da fare è affrontare le dimensioni mastodontiche del modello che diventano ancor più impegnative quando si parte dalle strette strade del centro di Milano per una gita fuori porta di un centinaio di chilometri. I 5,75 metri di lunghezza per 2 metri di larghezza 1,64 di altezza e 3,55 di passo fanno capire immediatamente che ci troviamo di fronte a un’auto di regale importanza.
«La scorsa primavera abbiamo lanciato la Phantom Series II, un profondo restyling del modello che tuttavia non ha perso le sue caratteristiche principali assolutamente inconfondibili», ci racconta Ian Rosenthal, 40 anni, exterior designer del costruttore inglese e nel design Rolls-Royce da oltre 10 anni dopo una laurea al Royal College of Art di Londra. «La calandra a listelli verticale è ora illuminata creando un effetto di assoluto spettacolo durante la guida notturna, così come la base dei proiettori a Led ricoperta da centinaia di piccoli frammenti luminosi per un effetto che in Rolls-Royce chiamiamo “polvere di diamanti”. Una soluzione che riprende il cielo stellato all’interno dell’abitacolo, uno dei nostri marchi di fabbrica».
La Phantom II è stata anche affinata nell’aerodinamica. Lo Spirith of Ecstasy è più levigato, le due lame laterali dell’anteriore a sviluppo verticale ottimizzano il flusso d’aria così come il nuovo disegno dei cerchi, migliorando, per quanto possibile, anche i consumi e le emissioni del 6.7 V12 a benzina da 563 cavalli che lavora silenziosissimo sotto il cofano. Tra i trucchi per contenere la massa (quasi 2,7 tonnellate) gli ingegneri hanno previsto le quattro ruote sterzanti e una taratura molto leggera del volante che offre una sensazione di maggiore agilità anche nelle strade più strette.
Gli interni sono un salotto viaggiante. La sensazione è di trovarsi all’interno di un abitacolo opulento (soprattutto se si opta per le infinite possibilità di personalizzazione di colori e materiali), completamente isolato dall’esterno, ma che riesce a conservare la sua eleganza grazie a un’impostazione razionale di tutti i suoi elementi. «Non abbiamo riempito la vettura di enormi schermi touch, luci sgargianti o di centinaia di configurazioni possibili di assetto e modalità di guida. Le funzioni sono semplici e si comandano attraverso grandi cursori fisici. L’abitacolo di una Rolls-Royce deve trasmettere serenità e pace senza ansie da una tecnologia che ci sovrasta».
Un’impostazione che ha coinvolto la progettazione di tutti gli interni. Un esempio? I controlli della climatizzazione sono in basso sulla plancia verticale e le grandi manopole per la ventola hanno solo cinque posizioni disponibili (Off, Soft, Medium, High e Max), mentre per la temperatura basta ruotare due eleganti cursori nella direzione del rosso se si vuole alzare la temperatura o del blu se la si vuole abbassare. Per Rolls-Royce oggi il vero lusso è semplicità e se non si vuole agire direttamente sui controlli basta chiamare l’assistente virtuale costantemente connesso che potrà rispondere a tutte le esigenze di conducente e passeggeri.