Se si eccettua il classico gusto felino che appare negli “artigli” luminosi sul frontale, nonché nella silhouette bassa e affilata, Inception, l’ultimo prototipo del Leone sperimenta un cammino progettuale mai tanto proiettato nel futuro. Perfino il nome, dal latino “inceptio” (avvio, principio), marca una smaccata volontà di rinnovamento. «È stato presentato al CES di Las Vegas proprio perché raccoglie un’enorme carica tecnologica, naturalmente accostata al desiderio di rispettare il Pianeta», sottolinea Matthias Hossann, dal 2020 a capo dello stile Peugeot.
Libertà d’ingegneria inedita
Alla base del processo creativo, diversi di elementi tecnici capaci di sovvertire le convenzioni. Anzitutto la piattaforma a zero emissioni STLA Large «consente davvero una libertà d’ingegneria inedita» e viene fruita per costruire volumi tipici dell’elettrico, ma rivisti: l’enorme parabrezza, per esempio, crea un effetto “cupola” aggettante che si risolve in nuova dignità per un cofano altrimenti corto. Così il compito di nobilitare il volume anteriore non risulta più affidato alla possanza di un ingombrante motore termico, bensì alla variopinta prorompenza del cristallo.
Una particolare luminescenza
«Si tratta di vetro multicroico Narima® impiegato anche dalla NASA, in grado di filtrare i raggi solari e restituire riflessi quasi ambrati all’esterno e sorprendentemente freddi all’interno», continua il designer. Inoltre, poiché «la luce penetra nell’abitacolo in maniera diversa a seconda degli orari e sempre con una luminescenza particolare», quasi prismatica, i riverberi animano le superfici sostituendo idealmente gli elementi di finitura tradizionali.
Massima essenzialità
L’intenzione di denudare dell’inessenziale gli spazi si palesa nei sedili, che montano esternamente le sacche di solito celate nell’imbottitura per la regolazione lombare, adottando all’altezza delle spalle una sorta di “materasso” non rivestito. Tale impostazione, oltre a costruire un insieme geometrico che ricorda un’architettura, «risponde appieno alle esigenze ecologiche in quanto permette di sostituire più facilmente i componenti a contatto con i passeggeri, prolungando la vita potenziale dell’auto», continua Hossan.
Un ciclo vita lungo 25 anni
Non a caso, congiuntamente alla concept, Peugeot ha introdotto un programma secondo cui, in avvenire, la durata media dei modelli si estenderà fino a venticinque anni in luogo degli odierni quindici, con conseguente adozione di soluzioni che facilitino i passaggi di mano. Un software sempre aggiornato si può infatti gestire attraverso il volante Hypersquare e lo schermo circolare Halo Cluster che, insieme, «costituiscono l’i-Cockpit di prossima generazione».
Frontale Fusion Mask
E la carrozzeria? Gioca a confondere l’osservatore ora con la futuribile superficie vetrata Skyspace da oltre sette metri quadri, ora con una vista laterale acquattata sui canoni di una berlina di lusso («ma dotata di una cintura molto alta perché i passeggeri si sentano sicuri come su una Suv»). Su tutto spicca il frontale Fusion Mask, ove l’identità visiva e l’apparato per l’assistenza alla guida si amalgamano in un solo ampio elemento a tutta larghezza, come già su altre proposte del gruppo Stellantis.
(Articolo completo in A&D n. 259)