Guardare al proprio passato e prendere ispirazione per il futuro forse non è una novità, ma l’importante è farlo in modo originale: «Ecco la differenza tra retro design e stile futuristico con richiami a modelli iconici», spiega Gorden Wagener, Chief Design Officer di Mercedes-Benz. «Noi ne abbiamo così tanti e di così belli che è facile cadere nell’inganno, lasciandosi trasportare dai miti del passato. La concept One-Eleven invece è chiaramente un oggetto del futuro, ma è riconoscibile come Mercedes», continua Wagener che incontriamo a Stoccarda, in uno studio di posa a un paio di chilometri di distanza dal quartier generale Mercedes-Benz. Davanti a noi una raggiante (il merito è anche del colore arancione caldo) speedster dalle linee sinuose e morbide.
L’omaggio alla C 111
I riferimenti sono chiaramente orientati alla C 111, la prima di una serie di vetture sperimentali prodotte tra il 1969 e il 1979 per testare forme pure (il design è opera di Bruno Sacco e Josef Gallitzendörfer) e motori di nuova concezione. «Sulla One-Eleven gli stilemi sono gli stessi. Tutte le auto oggi sono enormi, ma che senso ha quando stai disegnando una speedster?». Il cofano discendente ricorda quello della C 111 ma all’estremità c’è un pannello digitale con pixel a vista, utili a proiettare luce e trasmettere informazioni agli altri utenti della strada.
La One Bow Line definisce il design
Come tutte le nuove Mercedes a zero emissioni della gamma EQ anche la One-Eleven è definita dalla One Bow Line, un’unica linea ad arco che parte dall’anteriore, disegna il tetto e incontra il posteriore: «Orma è una firma stilistica: si tratta di una manifestazione visibile dell’aerodinamica», continua Wagener mentre osserva l’auto da lontano. «Avete visto quanto è bassa? Non c’è mai stata un’auto elettrica così raso terra (1.170 millimetri, ndr): è una vera sportiva».
Motori elettrici nelle ruote
La ragione è tutta tecnica. I motori della One-Eleven sono posizionati nelle ruote e utilizzano una tecnologia a flusso assiale sviluppata dalla società inglese Yasa (di proprietà di Mercedes-Benz dal 2021). Inoltre, il pacco batterie è formato da celle ad alta densità di forma cilindrica. «I vantaggi sono innumerevoli, basti pensare che questi motori sono più compatti e pesano un terzo di quelli a flusso radiale utilizzati oggi. Questo apre a noi creativi la strada verso nuove soluzioni stilistiche, sia per le auto ad alte prestazioni sia per i modelli dedicati al trasporto delle persone».
Abitacolo tra passato e futuro
«Possiamo sfruttare ogni singolo centimetro di spazio». Se gli elementi dell’aerodinamica attiva si celano nel posteriore, gli interni sono un colpo di colore piuttosto appariscente: «Per l’abitacolo abbiamo scelto il bianco, da sempre il colore del futuro», continua Wagener. I rivestimenti sono in poliestere riciclato, braccioli, soglie, consolle centrale e ripiano posteriore per i bagagli (non manca un set dedicato di valigie) sono rivestiti in arancione brillante.
Il display a pixel
Un netto contrasto con l’abitacolo futuristico è dato dal display a pixel che si estende per tutta la larghezza della plancia: «Riprende frontale e posteriore e dà un sapore di passato coerente con il nostro brand: non si costruisce un futuro solido se non si è consapevoli delle proprie radici».
(Articolo completo in A&D n. 261)