Nessuno dovrebbe dirigere una primaria organizzazione per più di sette anni. Questo era uno dei principi fondamentali di Robert Townsend, un executive americano molto brillante che divenne noto al grande pubblico quando, quarant’anni fa, risanò l’agenzia di noleggio Avis.

Nel settore automobilistico non mancano le prove di quanto una permanenza troppo prolungata nella carica più alta sia dannosa per la salute (dell’azienda, non dell’executive). Da Henry Ford, che governò con pugno di ferro per almeno vent’anni di troppo, a Lee Incocca, che salvò la Chrysler sull’orlo della liquidazione, ma poi lasciò che ripiombasse verso l’abisso mentre lui era occupato a restaurare la statua della Libertà di New York, a Jacques Calvet che salvò il gruppo PSA dalla bancarotta per poi restare troppo a lungo alla dirigenza imponendo le sue idee di design superate in merito alla Citroën.

Per quanto riguarda i capi del design, quanto dovrebbe durare il loro mandato?

Molte imprese industriali europee stipulano con i loro alti dirigenti contratti a tempo definito, e al termine del periodo stabilito possono chiedere loro di firmare un nuovo contratto… o di lasciare l’azienda, cedendo il posto a qualcun altro. Potrebbe essere un buon sistema anche per i designer.

Il concetto che un singolo designer lavori per un periodo prestabilito per una Casa può essere sorprendente, ma anche enormemente vantaggioso per l’azienda, e per il designer stesso se l’incarico al top non cessa automaticamente a una scadenza prefissata, basata sulla data di nascita, senza alcun riferimento a ciò che l’individuo ha appreso o realizzato.

“Ogni cosa ha il suo momento, ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo…”, per dirla con qualcuno che di designer se ne intendeva, come Nuccio Bertone.

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