Slanciate, eleganti e ben proporzionate: abbiamo testato su strada le Volvo S90 e V90 per scoprire che cosa si cela dietro la Relaxed Confidence, quella “fiducia rilassata” con cui la casa svedese definisce il suo apprezzatissimo design.
Solo con questo atteggiamento mentale sarà infatti possibile procedere nella progressiva introduzione di quei dispositivi di assistenza alla guida che preludono, in un futuro non così lontano, a sistemi di guida autonoma – a partire dal 2020, sostengono in Volvo. Uno dei pre-requisiti di progetto ricevuti dal team del design guidato da Thomas Ingenlath per la definizione formale di S90e V90 (di cui abbiamo ripercorso la genesi in Auto&Design n° 218) era infatti proprio il saper trasmettere quell’immagine di sicurezza che da sempre distingue Volvo. Una sorta di tradizione da perpetuare, con l’obbiettivo di realizzare la vettura più sicura nel traffico odierno, grazie anche a nuovi contenuti hi-tech.
A bordo si ha la conferma dell’altissimo livello di finitura e di qualità dei materiali già apprezzato nell’abitacolo della XC90 – primo modello del nuovo corso di Volvo – con cui la nuova grande berlina e la versione wagon condividono non pochi componenti, a cominciare dall’ottima e versatile piattaforma SPA, architettura scalabile e modulare progettata per i modelli più grandi della gamma Volvo. Impeccabile, ancora una volta, è la plancia disegnata intorno al monitor del sistema di infotainment, un vero e proprio tablet posizionato in verticale che ha consentito di operare una pulizia nei comandi per un design di grande raffinatezza. Uno dei dispositivi più funzionali e intuitivi presenti oggi sul mercato. Di grande effetto e comfort sono anche i sedili snelli e scolpiti.
Una volta al volante si può così sperimentare, con fiducia e in relax, il nuovo sistema Pilot Assist: una versione ancora più evoluta di quella che ha debuttato lo scorso anno sulla XC90 perché funziona senza bisogno di seguire un altro veicolo. Basandosi sulle linee che delimitano la carreggiata, è in grado accelerare, rallentare e curvare mantenendo traiettoria e distanza di sicurezza, anche se non si tratta ancora di vera guida autonoma: se non si tiene almeno una mano appoggiata sul volante, il sistema si disinserisce dopo una decina di secondi avvisando il conducente con un segnale acustico, mentre l’apposito simbolo luminoso cambia colore, da verde a giallo.
Alla guida si apprezzano però anzitutto le ottime doti dinamiche di queste vetture a dispetto di una lunghezza totale vicina ai 5 metri. Merito anche delle sospensioni, messe a punto da Volvo, con elemento elastico al retrotreno, una sorta di balestra in composito che assicura stabilità e confort. Più che ottimali sono anche le prestazioni assicurate dalla nuova gamma motori composta da due benzina (T5 da 254 CV e T6 da 320 CV) e due diesel (D4 da 190 CV e D5 da 235 CV). Previsto inoltre entro l’inizio del prossimo anno anche il D3 da 150 CV, mentre per l’ibrido T8 Twin Engine (407 CV e 640 Nm di coppia, con circa 50 km di autonomia in sola modalità elettrica) bisognerà attendere qualche mese in più. «Tutti motori comunque assai più efficienti di quei “gas guzzler” che non rivedremo mai più nella nostra gamma», assicurano gli ingegneri Volvo.
Un altro segno di evoluzione e pragmatismo molto scandinavo, assennato e apprezzabile quanto il buon design che è valso a Volvo una lunga serie di riconoscimenti, non ultimo il Car Design Award per il miglior brand design ricevuto da Thomas Ingenlath lo scorso 8 giugno http://bit.ly/2d3vxyh.