ESTREMA ISPIRAZIONE AERONAUTICA (Auto&Design n.202)

E’ nata in segreto come si conviene ad ogni regalo di compleanno a sorpresa. Ed è nata per stupire, far parlar di sé e catalizzare l’attenzione, avvincente e spettacolare come un film hollywoodiano, anche se avvicinarla è cosa per pochi: Egoista è l’essenza stessa dell’esclusività, concepita come esemplare unico per un unico occupante, il pilota. L’idea di realizzare questa monoposto estrema per i cinquant’anni della Lamborghini è di Walter de Silva, allora capo del design del gruppo Volkswagen. Durante uno dei suoi frequentissimi viaggi in aereo, traccia le linee di base della supercar: un abitacolo raccolto, incastonato al centro e chiuso da un cupolino trasparente come sui caccia, da cui trae origine un fuso centrale che va a generare un frontale a trimarano. «Facciamo una vettura egoista», dice ai suoi designer spiegando quel concetto inedito ed esclusivo: l’aggettivo è così rappresentativo dello spirito della nascente fuoriserie che diventa subito il nome in codice del progetto e in seguito della vettura stessa.

Lamborghini Egoista

Un progetto da svolgere lontano da Sant’Agata Bolognese, sede della Lamborghini, e gestito in totale discrezione in uno studio del gruppo non ancora noto alle cronache. Situato a Braunschweig, non lontano da Wolfsburg, al tempo guidato da Alessandro Dambrosio, assistente di de Silva e responsabile dei progetti Interbrand per il Volkswagen Konzern Design, che si mette subito al lavoro per definire lo stile esterno. «Mettete un toro nella fiancata», aveva inoltre raccomandato de Silva all’inizio della ricerca formale e il primo figurino mostra chiaramente la sagoma di un toro che carica e spinge la ruota anteriore, con il ripetitore laterale arancione a segnarne l’“occhio”, un tema che alla fine diventerà molto più stilizzato ma sempre leggibile. Per l’abitacolo viene coinvolto il capo dell’Interior Design del gruppo VW Stefan Sielaff; lui e il suo team dello studio di Potsdam lavoreranno a strettissimo contatto con lo studio di Braunschweig.

Lamborghini Egoista
Lamborghini Egoista

L’idea è di creare una cellula coperta da una calotta trasparente, sovrastata posteriormente da un guscio di carrozzeria che scorre all’indietro per consentire il sollevamento della cupola. Per scoprire in dettaglio questa fuoriserie senza compromessi siamo andati a Braunschweig, là dove tutto ha avuto origine. Vista dal vivo, la Egoista è ancora più stupefacente, ma anche assai più comprensibile, rispetto alle immagini viste sinora. Il frontale rimane l’aspetto più impressionante – e destabilizzante – per l’osservatore perché stravolge l’immagine classica del “volto” automobilistico composto dalla calandra affiancata dai fari. Per trovare questi ultimi, sulla Egoista bisogna seguire il fascio di luce che proviene dalle due profonde insenature che separano i tre scafi prominenti che strutturano l’anteriore, fedele trasposizione del concetto del trimarano visualizzato nei bozzetti iniziali. Anche salire a bordo è un’esperienza unica. Si scavalca l’ampia fiancata e ci si cala nel cockpit, agevolati dal volante che si disinnesta come nelle Formula 1. Quando la calotta viene richiusa ci si sente davvero come in un jet da caccia, più che in un’automobile, sebbene al posto della cloche ci sia il volante a impugnatura laterale sormontato da un head up display. All’esterno, intanto, una luce rossa ed una verde segnalano, come negli aerei, la sommità del tetto.

Lamborghini Egoista

Ad essere sorprendente, è anche il fatto che una showcar con un simile grado di complessità formale giunga proprio da un sostenitore della semplicità e dell’equilibrio di linee e volumi come de Silva. Ma lui sorride e spiega che «per una volta, grazie anche ad Alessandro Dambrosio e Stefan Sielaff, abbiamo voluto giocare con l’idea di design estremo, dimostrando che in questo gruppo siamo capaci di disegnare qualunque tipo di automobile, dalla Polo tre volumi per i mercati emergenti alla Egoista. E’ un atto di edonismo, ma non è solo l’espressione del singolo, c’è anche la capacità di sapere interpretare il brand». E di certo questa vettura lascerà un segno forte nella storia del design Lamborghini.