Il design non è solo ciò che si vede, ma anche ciò che si sente. La sempre maggiore diffusione di veicoli elettrici sta spostando l’attenzione delle case automobilistiche su un elemento che, fino a qualche tempo fa, aveva un ruolo più marginale nello sviluppo di un nuovo modello. Stiamo parlando del suono: non soltanto quello prodotto dal motore, ma anche quello di molte delle componenti dell’auto. Tra chi più di tutti oggi interpreta il suono come vero elemento di stile c’è Mini, che con la nuova Cooper SE, porta su strada un modo tutto nuovo di concepire il design di un’auto.
Ad occuparsi delle sonorità della prima Mini completamente elettrica è stato Renzo Vitale, Creative Director Sound di BMW Group. Il suo lavoro sulla Cooper SE è cominciato nel 2017 e nell’arco di tre anni ha portato alla definizione di tutti i suoni dell’auto, da quello del motore elettrico, fino a quello degli indicatori di direzione. La ricerca dei suoni più adatti alla nuova vettura elettrica è avvenuta lavorando a stretto contatto con il team del design e quello del marketing, per valutare insieme il carattere e il posizionamento del modello.
La principale fonte di ispirazione di Renzo Vitale sono stati i cerchi in lega e il cluster digitale dietro il volante. Nel primo caso, il sound designer italiano ha scomposto il cerchio in quattro elementi: tre della stessa lunghezza e uno più lungo. Anche il cluster è stato suddiviso in modo da ottenere due linee curve che, insieme agli elementi nati dalla scomposizione dei cerchi, ha dato vita a una serie di forme che riportano alla mente proprio i movimenti che compie il suono nello spazio. Il tutto, unito all’immagine amichevole e accogliente della vettura, ha portato alla composizione di una traccia per la “voce” del motore che esprime tutto lo spirito dinamico del marchio, proiettandolo nel futuro.
Un lavoro a parte è stato poi svolto da Vitale per il suono di accensione della Mini Cooper SE. Questo segue il formarsi del logo Mini sul cluster strumenti nel momento in cui si preme il tasto Start e nasce dalla trasformazione del nome del brand in linguaggio morse.