Il passaggio alla mobilità elettrica, la crescita della digitalizzazione e l’espansione delle tecnologie per la guida autonoma non stanno influendo solo sulla tecnica dell’automobile, ma anche sul suo design, a partire dalla progettazione. «Per i designer non c’è mai stato un periodo stimolante come questo: è il momento di ripensare il design automobilistico per portarlo nel futuro», spiega Marc Lichte, capo del design Audi. In passato è stato il motore a combustione a determinare le proporzioni della carrozzeria, definendo i canoni estetici ideali. L’abitacolo doveva essere il più piatto possibile, seguendo le forme definite in galleria del vento, mentre l’interno era pensato come un centro di controllo funzionale, suddiviso dal tunnel centrale e dagli elementi di controllo.
A questo si aggiungevano altri parametri da far convivere con una spiccata multifunzionalità, come sedute confortevoli per i lunghi viaggi e lo spazio per i passeggeri e per i bagagli. L’auto elettrica, invece, è sinonimo di ampio spazio all’interno dell’abitacolo, grazie ai motori compatti posizionati sopra gli assi e alla batteria collocata nel sottoscocca. In futuro, poi, con l’avvento della guida autonoma sia il volante che i pedali potrebbero addirittura scomparire. Le esigenze degli utenti diventano sempre più importanti, così come la connettività ispirata agli smartphone, soprattutto per il pubblico più giovane. Per questo il car design sta diventando sempre più experience design, con l’obiettivo di creare esperienze per l’utente. «Quali sono le richieste degli utenti? Vogliono poter lavorare in macchina, leggere o dormire? Per quale uso progettiamo le auto: lunghe distanze, città o tempo libero? Che aspetto deve avere l’abitacolo? », chiede Lichte.
Un cambiamento che coinvolge anche il processo stilistico. Gli strumenti digitali sono cruciali per la svolta tecnologia e se i modelli in argilla sono sempre stati fondamentali per i team che si occupavano di design e aerodinamica, ora tecnologie come la realtà virtuale stanno cambiando radicalmente il modo di lavorare. Diversi colleghi, di reparti differenti, possono interagire nello spazio virtuale, a prescindere da dove si trovino. Il team di design Audi è composto da 450 specialisti provenienti da 25 Paesi che operano dagli studi di Ingolstadt, Pechino e Malibu. Nel design center di Ingolstadt i processi di lavoro sono integrati: ci sono grandi schermi e aree di modellazione con fresatrici che consentono di confrontare direttamente i modelli 3D con quelli di riferimento.
I dati digitali che riguardano i progetti virtuali delle sedi di Pechino e Malibu vengono inviati al centro stile tedesco dove diventano modelli in argilla: nonostante lo sviluppo del design digitale, la vista di un modello a dimensione naturale nello spazio è fondamentale nel processo decisionale. In questo modo le proporzioni vengono analizzate da varie distanze, verificandone la coerenza. «Nulla può sostituire le sensazioni di quando si osserva un modello nella realtà: è in quel momento che la prospettiva diventa realistica per l’occhio umano», spiega Norbert Weber, capo del design degli interni. «Vogliamo creare il meglio per Audi: la guida autonoma di livello 4 e le possibilità tecniche che ne derivano ci daranno l’opportunità di realizzare proporzioni perfette e un’estetica speciale», conclude Philipp Römers, capo del design degli esterni.