Una creatività tempestosa e imprevedibile, segnata dall’avvento di un’ondata di designer quarantenni pronti a conquistare la ribalta internazionale. Robert Cumberford analizza l’avvicendamento in atto in molte case automobilistiche, in seguito al recente pensionamento di personaggi come Bruno Sacco, Art Blakeslee, Wayne Cherry, Hartmut Warkuss. Un processo che potrà essere compreso solo nei prossimi anni, quando sarà evidente il lavoro svolto dai nuovi protagonisti, ma che è del tutto avviato.

Adrian van Hooydonk, nuovo capo del design BMW, ha già avuto un’enorme influenza sul marchio nella veste di chief designer di Designworks USA, il centro stile californiano della casa. Verena Kloos, che gli succede in questo ruolo, arriva da un passato di successo alla Mercedes. Jean-Pierre Plouè della Citroen presenterà il suo primo progetto di produzione quest’anno, mentre dalla nuova direzione Volkswagen da parte di Murat Gunak possiamo aspettarci notevoli cambiamenti.

Freeman Thomas, vicepresidente dell’Advanced Design Center del gruppo Chrysler, già autore di progetti come l’Audi TT e la New Beetle, è nella condizione ideale per creare altre pietre miliari. Luc Donckerwolke della Lamborghini, Dirk van Braeckel della Bentley e Henrik Fisker della Aston-Martin hanno dimostrato di poter dare un’impronta particolare a marchi di antica tradizione.

L’aspetto internazionale del settore è ribadito da persone come il greco Andreas Zapatinas, capo del design della giapponese Subaru, il giapponese Ken Okuyama, direttore del design Pininfarina, l’americano Frank Stephenson, coordinatore del design Maserati e Ferrari, e Moray Callum, alla guida del design Mazda. Fanno tutti parte del gruppo dei quarantenni ruggenti, e contribuiranno notevolmente alla tendenza futura del design dell’automobile.

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