Serie 3. In qualsiasi parte del mondo, analizza pacatamente Adrian van Hooydonk, la si vede in strada, immediatamente riconoscibile. E’ la bandiera della BMW, il pane della casa bavarese, il nucleo attorno al quale si declinano tutti gli altri modelli: «Il cuore del nostro marchio», precisa con convinzione il capo del design. Per questo, attorno alla Serie 3, non sono concessi errori: bisogna muoversi con circospezione, per non tradirne il senso storico.

Ma bisogna anche adeguarsi ai tempi, offrire un prodotto sempre più nuovo senza tuttavia rinunciare a stilemi che sono classici o addirittura oggi desueti, ma che hanno fatto la grandezza di BMW. Van Hooydonk risale alle origini per dare alla nuova Serie 3 – sesta generazione, il che vuol dire molto – il ruolo trainante di capostipite della razza. BMW vuol dire performance; e allora anche una berlina a quattro porte deve avere quel senso di urgenza e di potenza che si racchiudono sì nei quattro o sei cilindri del motore, ma che trovano espressione in uno styling unico e riconoscibile.

Ecco così – Van Hooydonk ne parla accarezzandola con gli occhi – la calandra che riporta ai fasti della 2002 e della 3.0: inclinata in avanti, come a conferire un senso d’urgenza, l’anticipazione di un semaforo verde e di uno scatto bruciante. «Slancio – sintetizza Van Hooydonk – ma con una compattezza di volumi: una vettura unica nel mercato, molto autentica e molto moderna, che con quel muso così sportivo grida la propria potenza e riasserisce il proprio carattere, quello di una BMW al 120 per cento».

Articolo completo su Auto & Design n. 194