Adrian van Hooydonk, a capo del design del brand di Monaco, ha recentemente dichiarato tutto il suo entusiasmo per la più recente sport-utility bavarese: «Nella sua quarta generazione, esibisce una personalità forte e una modernità mai raggiunta. Definisce un nuovo linguaggio di stile nell’ambito della gamma X, caratterizzato da un’impostazione robusta, chiara e precisa».

Tale concezione, pur evidente anche all’esterno, in particolar modo nelle sfaccettature che scolpiscono le superfici sul frontale e al di sopra dei passaruota posteriori, fiorisce con inedita opulenza quando si aprono le portiere, come abbiamo avuto modo di osservare durante il test drive che si è svolto sulle strade del piacentino.

BMW X5

Al primo approccio, in abitacolo colpiscono la pregevole selleria estesa in pelle Merino, curata dal reparto di personalizzazione BMW Individual, e i tecnologici inserti Aluminium Tetragon (specifici per l’allestimento M Sport). Bastano pochi istanti, però, per accorgersi di una peculiarità assai più incisiva: la manopola che gestisce il sistema di infotainment, il pomolo del volume dell’impianto audio, il tasto di accensione del motore e, soprattutto, l’appariscente leva del cambio automatico sono tutti realizzati in vetro Crafted Clarity. Scelta inconsueta, forse un po’ troppo manifestamente orientata ai mercati cinese e russo, ma di sicuro impatto visivo e tattile.

BMW X5

Altrettanto scenografico appare il pattern luminoso che può disegnarsi, alla pressione di un comando, sul grande tetto apribile in vetro Sky Lounge, ampliato del 30 per cento rispetto al passato. Non mancano, infine, le luci d’ambiente “segnaletiche”: in presenza di un’anomalia, per esempio se viene azionata una delle maniglie interne, assumono particolari connotazioni visive, come cambiamenti di colore o pulsazioni. Perché la ricchezza progettuale si coglie anche… dai riflessi.

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