Ferrari inaugura una nuova era nella sua storia introducendo nella propria gamma la SF90 Stradale, prima vettura ibrida di serie del cavallino. L’impostazione dell’architettura della SF90 Stradale, con cabina posizionata davanti ad un motopropulsore centrale, ha fornito ai designer del centro stile Ferrari, diretto da Flavio Manzoni, le condizioni ideali per realizzare un’automobile dalle proporzioni impeccabili, da vera supercar. Il contenimento degli sbalzi, quello posteriore in particolare è più corto dell’anteriore, e uno sbilanciamento in avanti della cabina, generano una caratteristica architettura di tipo “cab forward”, che enfatizza la posizione centrale del motopropulsore. Il baricentro molto basso ha permesso ai designer di abbassare ulteriormente la zona cabina di 20 mm. Questo, assieme a una maggiore curvatura del parabrezza, una rastremazione dei montanti e una carreggiata larga, contribuisce a migliorare le proporzioni e a rendere il volume complessivamente più filante. La cabina raccolta, a forma di bolla, ricorda nell’aspetto un cockpit aeronautico. L’effetto di sbilanciamento in avanti è ulteriormente amplificato dalla geometria di due flying buttress posteriori in color carrozzeria, in cui essa si innesta.

Vero e proprio segno distintivo sono i proiettori anteriori che, abbandonato il tema dei moduli ad “L”, con la loro forma sottile “a fessura”, si integrano alle prese d’aria dei freni formando così un caratteristico tema a “C” che conferisce al frontale uno sguardo futuristico e originale. Prima assoluta su una vettura Ferrari, la SF90 Stradale adotta per i fari anteriori la tecnologia matrix LED, che consente di migliorare la visibilità in ogni condizione di guida grazie al controllo attivo del fascio luminoso. Il posteriore è dominato dai terminali degli scarichi alti, che derivano dall’ottimizzazione del layout della linea di scarico mentre, grazie al motopropulsore disposto sensibilmente più in basso che in passato, i designer hanno potuto abbassare la coda. Altro elemento di rottura rispetto al design delle berlinette degli ultimi venti anni, il lunotto posteriore non si raccorda fluidamente a cabina e parafango; questo effetto di discontinuità è evidenziato dal contrasto tra con la griglia di raffreddamento forata, dal quale il lunotto si staglia. Anche i fanali posteriori hanno subito un’evoluzione profonda. A partire dalla iconica forma tonda, propria del DNA Ferrari, due “sfettate” orizzontali hanno generato una forma ad anelli luminosi schiacciati, e più espressivi. Ne consegue una percezione prevalentemente orizzontale del fanale, che abbassa visivamente l’altezza del posteriore.

Se negli esterni vettura della SF90 Stradale sì è voluta sottolineare l’integrazione tra forma, tecnologia e performance, sugli interni l’effetto è ancora più dirompente. Si è voluto esplicitamente creare un abitacolo che inaugurasse un corso nuovo nella sua progettazione, in grado di influenzare l’intera futura gamma Ferrari. L’approccio futuristico sul concetto di interfaccia ha portato a puntare molto sull’effetto di un cockpit aeronautico avvolgente, con particolare attenzione alla strumentazione e in cui la simbiosi tra driver e vettura è stata ulteriormente enfatizzata ed esaltata. La SF90 Stradale compie un epocale salto in avanti, sia in termini formali che di contenuti, inaugurando una fortissima innovazione sul concetto di Human-Machine Interface, adottando una tecnologia totalmente digitale. Prima assoluta su una vettura Ferrari, il cluster centrale è ora costituito da un unico schermo digitale ad alta definizione da 16’’, curvato verso il pilota per facilitare la lettura ed enfatizzare l’effetto da cockpit avvolgente tipico delle F1. Questo tipo di schermo è montato per la prima volta su una vettura di serie.