La parola d’ordine è “ridurre”: ingombri esterni, rumorosità ed emissioni nocive. Siamo quindi nell’aera degli autoveicoli di piccole dimensioni (o “city car” che dir si voglia) che pare proprio destinata a divenire uno dei futuri terreni di confronto. In realtà, alcuni modelli sono già in commercio.
Ma a fronte di caratteristiche interessanti, presentano un prezzo elevato che ne frena la diffusione. “E’ un problema di numeri di produzione”, dicono i costruttori. Ovvio, ma è anche evidente come queste “piccole” giochino forse un po’ troppo a fare le “grandi”, magari puntando al lusso.
Analizzando questo scenario, Maggiora ha inteso fornire una proposta diversa, avvalendosi della collaborazione dello stilista Aldo Garnero. È così nato CityMagg, ossia lo studio di un compatto veicolo polifunzionale, ispirato da criteri di logica di utilizzo e massimo contenimento dei costi.
“Con CityMagg – esordisce Aldo Garnero – non abbiamo voluto imitare le automobili tradizionali, ma proporre un veicolo specifico in grado di garantire un favorevole rapporto fra costi e benefici. In questo senso abbiamo puntato ad un prezzo al pubblico intorno ai dieci milioni di lire”.
Un risultato di rilievo. Basato peraltro su concetti semplici: una configurazione ultracompatta ma “vivibile”, con soli 2,68 metri di lunghezza, 1,50 di larghezza e 1,65 di altezza; una struttura portante a traliccio realizzabile in acciaio o in alluminio; sospensioni di derivazione Fiat Seicento; carrozzeria in materiale plastico con pannelli modulari; interni versatili; diversi tipi di motori adatti a svariati impieghi: il “mille” della Fiat Seicento; una sua variante a metano; una unità elettrica da 48-180 Ah.
“In quest’ultimo caso – spiega Garnero – è stato messo a punto un sistema di sostituzione del pacco batterie “a refill”, con quello scarico che scivola da un lato e quello carico che viene introdotto dall’altro”.
E per fornire un esempio delle possibilità del progetto, il prototipo CityMagg è stato allestito in due varianti: la “Droll” per città e tempo libero, con quattro posti; la Job per utilizzi specialistici, con lo spazio dietro ai sedili anteriori attrezzabile a piacimento.
“Non è stata condotta – precisa Garnero – una ricerca di stile nel senso tradizionale, bensì l’esplorazione di alcune possibilità offerte da una modularità spinta”. Va comunque riconosciuto a CityMagg una buona dose di simpatia e una piacevole alternanza fra linee curve e rettilinee.
Elementi di rilievo, il cofano motore molto basso e la pronunciata rientranza con cui si unisce all’elemento di sostegno del parabrezza, che genera un effetto di levitazione della zona abitacolo. Utile la collocazione “alta” e protetta dei gruppi ottici e dei lampeggiatori. L’abitacolo riprende la plancia della Seicento e offre un ambiente piacevole.
“Siamo riusciti – dice Garnero – a sposare l’essenzialità con la gradevolezza, pur adottando, materiali poco costosi e facili da pulire: caratteristica importante per impieghi aziendali o per il noleggio”.
Stessa filosofia di praticità è stata scelta per le pannellerie in materiale plastico della carrozzeria: economiche, robuste, agevolmente lavabili, possono anche essere smontate e rimontate quasi come in un gioco di “Lego”.
E con i “pezzi” adatti, CityMagg può trasformarsi: il monovolume può diventare pick up, spider, spiaggetta, oppure chiudersi completamente.
L’articolo continua su Auto & Design n. 110