“Avevamo in mente l’immagine di un corpo snello e atletico, l’eleganza della forma fisica curata, ma senza esagerazioni o artificiosità”.
E’ Dieter Futschik, responsabile del team di design che ha creato la nuova Classe S (sotto la direzione di Bruno Sacco e Peter Pfeiffer), a raccontare la genesi della berlina di vertice del marchio Mercedes-Benz.
Il concetto di base potrebbe essere riassunto in un solo aggettivo: light, un’espressione che ricorre spesso sui prodotti attuali, dai cibi alle bevande, agli oggetti in materiali leggeri.
E’ un nuovo valore aggiunto, una liberazione da tutto ciò che è superfluo in favore di un’efficienza capace di esaltare le valenze della forma – intesa, quest’ultima, in ogni senso.
Per Mercedes non si trattava, ovviamente, di seguire una moda, ma di interpretare piuttosto lo spirito del tempo per creare un nuovo punto di riferimento a livello mondiale nell’ambito delle berline di lusso.
Il progetto della W 220 si inserisce perfettamente nelle strategie messe in atto dalla casa di Stoccarda nell’ultimo decennio: promuovere un’immagine di marca più giovane, dinamica e variegata.
“Volevamo evitare qualunque impressione “monumentale””, racconta Futschik. “Il nostro elenco di obbiettivi comprendeva invece la ricerca per una limousine “tipo coupé”.
Un’immagine sportiva, quindi, ma non eccessivamente, in modo da mantenere le valenze di distinzione e ricercatezza tipiche del modello in questione”.
Come in tutti i più recenti progetti Mercedes-Benz, i designer si sono preoccupati di trovare una miscela equilibrata tra gli elementi stilistici classici del marchio e nuovi temi estetici: “Il nostro è un patrimonio genetico che continua ad ampliarsi e a cui possiamo attingere per mantenere il marchio vivo e dinamico, senza correre il rischio che diventi stagnante e appannato”.
Il design del frontale è il segno più evidente di questa evoluzione d’immagine nel segno della continuità: “La parte anteriore è da vera Mercedes, ma è molto nuova e si propone come un volto amichevole, senza severità o arroganza”, prosegue Futschik.
Le dimensioni esterne dovevano risultare leggermente ridotte rispetto alla precedente Classe S, mantenendo però inalterata l’abitabilità interna.
Per esprimere il carattere sportivo richiesto dal briefing, il primo orientamento dimensionale ha previsto un frontale più a forma di freccia, ottimale anche per porre in maggiore risalto la griglia del radiatore; i paraurti sono stati integrati nella forma, i montanti del lunotto e del parabrezza hanno ricevuto una maggiore inclinazione, il tutto per dare alla S di nuova generazione un aspetto più filante della precedente, “come se avesse frequentato un fitness studio”, dice Futschik.
L’articolo continua su Auto & Design n. 113