Il mondo dell’automobile ha subìto un processo di democratizzazione. Oggi le vetture di classe medio-bassa offrono di serie o in opzione quasi tutte le caratteristiche tecniche dei più sontuosi modelli top di gamma tradizionali. Se in passato le vetture di lusso si distinguevano per ricchezza di accessori, funzioni, dimensioni e costi, oggi minivan, monovolume e SUV offrono invariabilmente abitacoli più ampi rispetto alle tradizionali marche di alto livello, a un costo molto inferiore.
L’unica caratteristica specifica delle auto di lusso sono i sistemi che impediscono alla vettura di inclinarsi in curva, e per avere il controllo elettronico della stabilità occorre acquistare una grossa BMW o Mercedes.
Alla luce di quanto detto, come si possono creare nuovi paradigmi del lusso, e in cosa devono consistere? In termini diretti, lusso significa possedere qualcosa che gli altri non hanno. Allora lusso è la silenziosità e l’affidabilità della Lexus, “emula” di una tedesca di cui non avrà mai il carattere ma che supera in qualità; è lusso lo spazio, che Renault ha messo al centro nel progettare Vel Satis e Avantime, vetture dallo spirito libero e adatte al movimento quanto alla sosta; è lusso la semplificazione che si ritrova nella nuova BMW Serie 7, dove ogni singolo comando esegue varie funzioni.
È probabile che il futuro del lusso risieda nella semplicità, non in una crescente complessità. I comandi vocali costituiscono una soluzione degna di approfondimento e sviluppo. La riduzione del volume fisico dei sedili e dell’arredamento dell’abitacolo per favorire la percezione di uno spazio più ampio darà buoni risultati.
Ciò che è certo, è che si assisterà a un cambiamento dell’architettura delle automobili; e come sempre, la direzione sarà determinata dai designer più geniali.
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