“Quest’anno la Honda ha deciso di tornare alle origini” ha dichiarato Nobuki Ebisawa, senior chief engineer del centro R&D Honda di Wako, Giappone.
“Nel 1964 abbiamo fatto il nostro ingresso sul mercato automobilistico con la S600, una sportiva pura, compatta e innovativa, e con un light truck. Oggi, in un ambiente e in un periodo totalmente diversi, due delle nostre concept si prefiggono lo stesso obiettivo”.
Indubbiamente la Dualnote, la concept sportiva presentata dalla Honda all’edizione 2001 del Motor Show di Tokyo, rompe di nuovo con la tradizione: chi, solo due anni fa, avrebbe mai immaginato una sportiva quattro porte con gruppo motore e trasmissione ibrido, costituito da propulsore V6 3,5 litri centrale, motore elettrico e trazione posteriore ?
Con la Unibox, invece, la Casa giapponese offre un’interpretazione letterale del concetto di trasparenza, che, secondo Ebisawa, “è un modo per esprimere la versatilità. Volevamo presentare il pensiero concettuale di base con la proposta di uno space utility”. La vera essenza della Unibox è lo sfruttamento ottimale dello spazio, che consente persino di inserire un piccolo scooter tra le due file di tubi in alluminio delle strutture laterali. Dando prova di un genuino spirito aziendale, la Honda, che fornisce attrezzature per la produzione di elettricità, ha inserito nella dotazione un generatore elettrico.
L’ambiente tecnologico all’avanguardia è messo in risalto dal pavimento in parquet. Persino lo sterzo con comando a joystick è stato reinventato in modo da comprendere un ingegnoso poggiamano multifunzionale. Ebisawa non esagerava quando ha affermato: “Siamo tornati alle origini”. Come show car la Honda Unibox può apparire solo “insolita”, ma sul lungo termine potrebbe rivelarsi innovativa.
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