Negli ultimi dieci o vent’anni ogni salone dell’automobile di rilievo ha sviluppato un proprio carattere. Detroit presenta poche concept car, da cui però derivano spesso i modelli di serie. Francoforte è il trampolino di lancio dei nuovi modelli di produzione.Tokyo si distingue per la sua tendenza all’eccesso e per i prototipi privi di praticità, fatti per attirare l’attenzione.
Anche quest’anno se ne sono visti alcuni stravaganti, tra cui la scatola di vetro Honda Unibox e la Toyota Pod, che dovrebbe percepire lo stato mentale del guidatore. Una vettura che potrebbe essere la creazione di un costruttore giapponese in vena di bizzarrie è la Mercedes-Benz F400 Carving, un tour de force ingegneristico dallo stile irrazionale, senza precedenti tra i prodotti con la stella a tre punte.
Come sempre, la Honda aveva in mostra una ricca collezione di concept car, una delle quali, la Dualnote, è apparsa una proposta molto seria.L’Isuzu ha realizzato un’interpretazione occidentale del design orientale con ZEN, “sala di meditazione giapponese” con l’abitacolo rivestito in legno e stuoie di canna. La Nissan ha presentato diverse concept car, alcune delle quali collegate ai futuri piani di produzione, altre niente più che le solite “fun car” di Tokyo.
Spaziosità e andamento rettilineo, visti nel settore giapponese, sembrano indicare che i veicoli sono progettati per assicurare non tanto la rapidità di spostamento, quanto il comfort quando si è bloccati nel traffico. È invece certo che le tecnologie del futuro come i freni e lo sterzo elettronici e i comandi di guida esclusivamente manuali ridurranno i costi per la differenziazione tra guida a destra e a sinistra.Quest’anno comunque il salone di Tokyo si è rivelato meno frivolo di un tempo, e ha svolto un ruolo più importante.
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