Una mostra recentemente conclusasi alla Triennale di Milano e un libro divulgativo – a cura di Beppe Finessi – ripercorrono gli ottant’anni di Angelo Mangiarotti, maestro attivo fin dalla metà del secolo scorso nei campi dell’architettura, dell’ingegneria, del design e della scultura. Non solo un omaggio a un progettista e testimone del ‘900, ma un’analisi su capacità di innovazione, creatività, rigore, e sulla costante ricerca tecnica e tecnologica.
La mostra si articolava in tre fasi distinte: esperienza teorica, passione e analisi, e, per sottolineare la capacità di affrontare tutti gli aspetti del progetto, si apriva con tre esempi emblematici dell’approccio globale di Mangiarotti: il suo lavoro più piccolo, l’anello Vera Laica, un progetto architettonico di grandi dimensioni come il Padiglione per Esposizione alla Fiera del Mare di Genova, e il Massacro a Sant’Anna, opera d’arte dedicata alla strage di Sant’Anna di Stazzema (Lucca) dove il 12 agosto 1944 la follia nazifascista uccise 560 civili.
A design, scultura e sperimentazione sui materiali era invece dedicato lo spazio della galleria posta al centro della mostra.
Angelo Mangiarotti lavora ancora oggi sulla base di una sensibilità non comune, sul rispetto verso i materiali considerati come ingredienti del progetto. “C’è il gusto di sperimentare, verificare, provare e poi di nuovo rimettere in discussione i risultati acquisiti” afferma Beppe Finessi parlando di Mangiarotti come di “un autore che ricerca quindi, e che spesso ragiona sfruttando uno strumento peculiare del progettista, il disegno. Strumento di lavoro con cui individuare problemi e soluzioni.”
“Un maestro che è arrivato al piacere attraverso la correttezza del fare, in grado di coniugare in modo sublime il difficile dualismo tra etica ed estetica.”
L’articolo continua su Auto & Design n. 133